ROMA – È previsto che la Digital tax porti un gettito annuo “di 2-3 miliardi”. Lo afferma il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, precisando come “non si tratti di una nuova tassa” ma di norme “che consentano di far pagare a chi opera nel digitale quelle tasse che tutte le imprese italiane che operano in Italia pagano”.
“La digital tax è una proposta di Scelta Civica, formalizzata in un disegno di legge alla Camera lo scorso giugno” e sulla quale “sono tornato alla carica mercoledì scorso” in un colloquio con il premier Matteo Renzi, spiega Zanetti sottolineando come alle stime iniziali formulate da Scelta Civica andranno, comunque, ad aggiungersi quelle dei tecnici del Mef.
La nuova norma – spiega ancora il sottosegretario all’Economia – dovrebbe basarsi sui paradigmi della continuità e della significatività prevedendo l’assoggettamento al regime fiscale italiano per i soggetti non residenti che realizzano transazioni digitali con una continuità di sei mesi e una significatività in termini di fatturato pari ad almeno 5 milioni annui.
In alternativa viene, invece, prevista una ritenuta alla fonte sulle transazioni del 25%. Inoltre, prosegue ancora Zanetti, si tratta di una misura che va ad agire “sul reddito. Non si va a toccare la disciplina Iva in quanto quest’ultima è normata a livello comunitario”.
E, rimarca il sottosegretario al Mef e segretario di Sc, si tratta di una “misura fondamentale: non è possibile che imprese che fanno rilevanti profitti in Italia paghino imposte pressoché inesistenti”. (Ansa)
“Non è possibile che chi fa profitti in Italia paghi imposte inesistenti”