LUSAKA (Zambia) – Bavaglio a Muvi Tv, la più famosa emittente televisiva dello Zambia, e a due stazioni radiofoniche, Komboni Radio e Radio Itezhi Tezhi. Le loro licenze sono state sospese dall’Autorità di controllo delle telecomunicazioni per presunta “condotta non professionale” in occasione della copertura dei servizi sulle elezioni presidenziali e parlamentari dell’11 agosto scorso che hanno registrato la conferma, di stretta misura, del presidente uscente Edgar Lungu.
Le tre emittenti, vicine all’opposizione, vengono accusate di aver “costituito un rischio per la pace, la sicurezza e la stabilità del Paese” avendo, tra l’altro, correttamente riportato il giudizio dello sfidante Hakainde Hichilema che ha fatto ricorso denunciando brogli elettorali.
“La sospensione arbitraria delle tre stazioni di trasmissione in Zambia – denuncia il presidente dell’Ifj, Philippe Leruth – è un atto di provocazione, intimidazione e crudele attacco alla libertà di espressione”.
Il presidente della Federazione internazionale die giornalisti ricorda, infatti, che “ai media, soprattutto quelli privati, deve essere consentito di esercitare le proprie funzioni professionali come dettato dall’etica della professione e dall’interesse pubblico, senza alcuna forma di ostacolo o di pressione politica”.
“I politici – denuncia con forza Leruth – devono astenersi dal tentativo di controllare i media che, pertanto, non possono ridursi a diventare megafono del potere”.
L’Ifj chiede, quindi, al governo dello Zambia e all’Autorità di controllo delle telecomunicazioni revocare immediatamente e senza condizioni la sospensione alle tre emittenti perché “la libertà di espressione e la libertà di stampa sono capisaldi fondamentali nel rafforzamento della democrazia. Lo Zambia – taglia corto Philippe Leruth – deve rispettare i suoi obblighi per quanto riguarda la libertà di espressione, come sancito dall’articolo 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (Iccpr), cui lo Zambia aderisce. (giornalistitalia.it)
Leruth (Ifj): “Provocazione, intimidazione e crudele attacco alla libertà di stampa”