AMSTERDAM (Olanda) – L’organizzazione internazionale per i diritti umani nel mondo arabo, Rights Radar, con sede ad Amsterdam, condanna la sentenza alla pena di morte emessa da un tribunale gestito dalla milizia Houthi dello Yemen contro 4 giornalisti e la detenzione di altri sei colleghi rapiti cinque anni fa.
«Condanna – denuncia Rights Radar – emessa da un tribunale senza giurisdizione legale. Il Tribunale penale competente è stato, infatti, trasferito al Governatorato di Ma’rib nel 2018 in conformità con la decisione emessa dalle autorità legittimamente rappresentate nel Consiglio giudiziario supremo.
Sabato scorso, un tribunale gestito dai ribelli Houthi dello Yemen, a Sanaa, ha condannato a morte 4 giornalisti: Abdalkhaliq Amran, Akram Al-Walidi, Harith Homaid e Tawfik Al-Manssori. Sono stati imprigionati cinque anni fa assieme ai loro colleghi Hassan Annab, Issam Belghith, Hisham Tarmum, Hisham Al-Yousifi, Haitham Al-Shehab e Salah Al-Qaidi.
Rights Radar sottolinea che l’uso dei giornalisti rapiti come mezzo di manipolazione politica e di ricatto è una delle peggiori forme di repressione della libertà di pensiero ed espressione.
Rights Radar invita, pertanto, la milizia Houthi a rilasciare tutti i giornalisti rapiti e rispettare le convenzioni internazionali che confermano che le parti in conflitto armato devono garantire la sicurezza di giornalisti e operatori dei media e risparmiarli dai conflitti politici e militari.
Attraverso rapporti documentati, Rights Radar ha accertato che i giornalisti rapiti sono stati sottoposti a torture, durante la loro detenzione, nonostante alcuni di essi soffrissero già di malattie croniche e potenzialmente letali.
Secondo le testimonianze delle famiglie dei giornalisti, in precedenza sono stati sottoposti a terribili pressioni psicologiche e violente torture, fino a quando le condizioni di salute di alcuni di essi non si sono aggravate. Le torture sono state, infatti, inflitte con strumenti duri e affilati ed i giornalisti sono stati esposti a lungo al freddo gelido, tanto che alcuni di loro hanno perso conoscenza per ore.
In questo contesto, il defunto giornalista Anwar Al-Rokn ne è un esempio. Ha perso la vita il 7 giugno 2018, appena due giorni dopo che gli Houthi lo hanno rilasciato dalla prigione della città residenziale di Al-Saleh, a sud-ovest di Taiz. Rilascio avvenuto dopo che le sue condizioni di salute si erano aggravate a causa della brutale tortura subita.
Rights Radar invitato, quindi, tutte le parti e le organizzazioni interessate alla libertà di opinione, espressione, diritti e libertà, ad agire con urgenza per fare pressione sulla milizia Houthi affinché rilasci tutti i giornalisti rapiti. (giornalistitalia.it)