MILANO – Fa venire i brividi il post a “ruota libera” su Facebook dell’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Massimo Bossetti nel caso Yara, che, con riferimento alla puntata del 18 agosto della trasmissione di Rai Uno “Estate in diretta” condotta dal collega Salvo Sottile, esprime la voglia di una fantomatica e arbitraria giustizia sommaria evocando l’uso di una “calibro 38” nei confronti degli ospiti della trasmissione: i giornalisti Alessandro Dell’Orto (Libero), Giovanni Terzi (Il Giornale) e Andrea Biavardi (Giallo), nonché la criminologa Roberta Bruzzone.
Transeat sul sarcastico giudizio di “pennivendoli” ai giornalisti (ormai sport nazionale, quello della delegittimazione degli operatori dell’informazione, quando non si sa come ribattere sui contenuti) quello che sorprende è che un uomo vocato alla legge e quindi alla giustizia, come deve essere un avvocato, lanci strali che presuppongono la violenza estrema, sia pure nella “comunità virtuale dei social network”.
Purtroppo l’ennesimo esempio di come il mestiere del giornalista sia sotto tiro non solo da parte di chi al crimine è avvezzo, ma anche di chi, invece, ha il compito morale ancorché professionale di seguire percorsi di legalità e giustizia.
Ai colleghi la solidarietà dell’Associazione Lombarda Giornalisti e del Gruppo Cronisti Lombardi, e agli organi competenti il compito di far chiarezza sul fatto e l’assunzione dei provvedimenti del caso nel momento in cui se ne dovessero ravvedere gli estremi.
Associazione Lombarda dei Giornalisti
Gruppo Cronisti Lombardi
L’avvocato Salvagni su Facebook: “Giornalisti pennivendoli”
“Che pattumiera, che disinformazione. Pennivendoli, come dice qualcuno. Si parla del nulla dando voce ad emeriti ignoranti (purtroppo per loro ignorano) nonostante qualcuno affermi di aver letto le 60 mila pagine. Disinformazione all’ennesima potenza. Mi viene voglia di usare la calibro 38”. Parole pesantissime, quelle che l’avvocato difensore di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, scrive sulla sua pagina Facebook.