NEW YORK (Usa) – Wikileaks ha diffuso quasi 9mila documenti sulla divisione della Cia che sviluppa software e hardare per le operazioni di spionaggio. Si tratta dei primi di una nuova serie di fughe di notizie, nome in codice “Vault 7”.
Si tratta, ha spiegato Julian Assange ripreso dall’Indipendent, di una mole di materiale ben più ampia di quella fatta trapelare a suo tempo da Edward Snowden sulle attività di spionaggio dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana (Nsa) e altre agenzie similari.
Gli 8.761 documenti riguardano “l’intera capacità di hackeraggio della Cia” che, secondo Wikileaks, ha “perso il controllo sul suo arsenale”. Quest’ultimo include una serie di software e strumenti che, se reali, potrebbero permettere un controllo senza precedenti di computer in tutto il mondo.
La sorveglianza attraverso dispositivi via internet
Come sottolinea Repubblica, tra questi dispositivi che possono essere hackerati c’è anche “l’internet delle cose”, cioè “la serie di elettrodomestici che usiamo nella vita di tutti i giorni”, come le tv smart collegate al web. I documenti resi pubblici sostengono che fin dal 2014 la Cia è in grado di violarle, installando un malware che permette di catturare le conversazioni che avvengono nella stanza dove si trova lo schermo.
I leaks diffusi come “‘Anno Zero’ introducono la portata e la direzione del programma segreto di hacking globale della Cia, il suo arsenale di malware e decine di imprese armate contro una vasta gamma di prodotti di società americane ed europee”.
Tra i documenti resi pubblici niente armi cibernetiche
Il materiale reso pubblico non comprende armi informatiche: l’organizzazione di Assange ha spiegato che si asterrà dal distribuire software “armati, fino a quando non ci sarà consenso sulla natura tecnica e politica del programma della Cia e come simili ‘armi’ dovrebbero essere analizzate, disarmate e rese pubbliche”.
La fonte di questa fuga di notizie, “è necessario aprire un dibattito pubblico”
I documenti sono stati passati a Wikileaks da una fonte che intende così suscitare un dibattito su quanto potere la Cia abbia conquistato e se sia o meno eccessivo.
«In una dichiarazione resa a Wikileaks – ha spiegato l’organizzazione – la fonte solleva domande che richiedono urgentemente un dibattito pubblico, tra le quali se la capacità di spionaggio della Cia ecceda i poteri che le sono stati dati e il problema del controllo pubblico dell’agenzia». Da qui, il desiderio di avviare un dibattito pubblico sulla sicurezza, la creazione, l’uso, la proliferazione e il controllo democratico delle armi cibernetiche.
La diffusione di questi documenti era stata annunciata poche ore fa dalla stessa Wikileaks, con post che accennavano a un misterioso “Anno Zero” e “Vault 7”. (agi)