NEW YORK (Usa) – Dopo oltre 60 anni chiude il Village Voice, lo storico settimanale del Greenwich Village di New York, distribuito gratuitamente e simbolo della cultura alternativa degli anni Sessanta e Settanta.
“Questo è un triste giorno per The Village Voice e per milioni di lettori. The Voice è stato un elemento chiave del giornalismo di New York e viene letto in tutto il mondo”, ha sottolineato in una nota l’editore, Peter Barbey, annunciando che il giornale non uscirà più, neppure on line, come era stato ipotizzato lo scorso anno.
“Come primo giornale alternativo moderno, è letteralmente definito come un genere nuovo di pubblicazione”, ha aggiunto, indicando che la sua eredità non andrà perduta perché l’archivio sarà digitalizzato e reso accessibile.
Fondato nel 1955 da Dan Wolf, Ed Fancher e dallo scrittore della “Beat Generation” Norman Mailer, ha vinto premi prestigiosi, compresi tre Pulitzer, un National Press Association Award e un Polk Award. Nel 2005 fu comprato da Voice Media Group, spegnendosi progressivamente. (agi)
Celebre per le sue inchieste, le pagine culturali – in particolare su musica e letteratura – e anche per le sue vignette, chiude per i perduranti problemi finanziari che, un anno fa, avevano portato alla cessazione della pubblicazione su carta e alla sua trasformazione in rivista solo online.
Otto redattori su 17 sono stati licenziati, e i restanti lavoreranno alla digitalizzazione dell’archivio. Le cassette rosse dalle quali si acquistava nelle strade della città facevano parte delle icone di New York.
Negli anni era arrivato a vendere 250.000 copie alla settimana, ospitando sulle sue pagine alcuni tra i migliori giornalisti investigativi e critici musicali d’America.
Tra i suoi vignettisti, anche il leggendario Jules Feiffer, che collaborò dal 1956 al 1997. Barbey aveva comprato il Voice nel 2015 dopo numerosi cambi di proprietà e anni di crisi nelle vendite. (ansa)
La storica testata alternativa che è stata punto riferimento per intere generazioni Usa