ROMA – «Avremmo preferito trattare il tema diffamazione in maniera organica inserendo anche la questione delle querele temerarie, ma nonostante il monito della Corte Costituzionale all’epoca presieduta dall’attuale ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che diede un anno di tempo al Parlamento per provvedere sull’assurda e anacronistica pena edittale del carcere ai giornalisti per diffamazione, si è registrato un nulla di fatto».
Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, evidenziando che « così il Cnog attende che sia il giudice delle leggi a mettere le cose a posto».
Carlo Verna parteciperà all’udienza di martedì 22 giugno in videoconferenza, accanto all’avvocato Giuseppe Vitiello, patrocinatore della posizione dei giornalisti italiani che confidano nella dichiarazione di incostituzionalità, dopo che la Corte nell’ordinanza di ammissione ha sottolineato come «nei giudizi in via incidentale possono intervenire i titolari di un interesse qualificato, inerente in modo diretto e immediato al rapporto dedotto in giudizio; interesse da ritenersi in specie sussistente, in relazione alla competenza disciplinare attribuita al Cnog». (giornalistitalia.it)