MILANO – In tempi dominati dalla “frammentazione” culturale, le “fake news” si annidano nella “vacuità” dei nostri sistemi interpretativi. Tra i pochi strumenti per rimediare agli effetti dannosi dei “rumors” vi sono la riaffermazione della “credibilità, l’analisi, la ricerca della verità” con l’obiettivo di ridare agli operatori dell’informazione l’autorevolezza perduta.
È quanto è emerso dal convegno “Programmare il mondo” che, a Palazzo Giureconsulti di Milano, ha preceduto la consegna dei premi Giovannini “Nostalgia di futuro” (IX edizione).
Nel corso dell’incontro, moderato dal sociologo Derrick de Kerckhove (Otm-Media Duemila), si è tentato di analizzare la situazione dell’informazione nell’era digital, l’influenza e l’efficacia della “sentimenti analysis” e i rischi di un’eventuale deriva vero la “datacrazia”.
«Probabilmente non ci saranno più news in futuro: non ci serviranno notizie del presente ma solo scenari del futuro», ha sostenuto Cosimo Accoto, visiting scientist al Mit.
«Stiamo costruendo un mondo “active forward”», ha aggiunto, citando l’esempio di alcuni modelli di auto in grado di prevedere gli incidenti. Tra i premiati, il direttore dell’Agi, Riccardo Luna, e il direttore di Tgcom24, Paolo Liguori.
«Credo che non ci sia momento migliore per fare i giornalisti. Lo slogan che ci siamo dati all’Agi è “La verità conta, siamo cercatori di verità”. Se riusciremo a farlo, risulteremo indispensabili», ha affermato Luna ritirando il premio che gli è stato attribuito per il suo impegno negli ambiti di “digitale e innovazione” e per la “sfida” intrapresa portando la sua “visione innovativa” in una della ”agenzie storiche del nostro Paese.
«Tutto lo sviluppo digitale è qualcosa da cogliere, anche se bisogna considerare che buona parte della generazione di giornalisti al lavoro non è nativo digitale», ha affermato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
«Il compito del giornalista, pur in un mondo in cui bisogna acquisire le opportunità offerte dalla tecnologia, sarà sempre ancorato alla professione che ci hanno insegnato: presuppone ricerca, analisi e approfondimento», ha continuato.
«Nel mondo dell’informazione l’emergenza è la precarietà. Il lavoro senza diritti indebolisce la democrazia», ha poi tenuto a sottolineare.
«Per il settore il futuro sarà sostenibile ad alcune condizioni – ha spiegato il presidente della Fieg Maurizio Costa –: recuperare e conservare autorevolezza, rispondere all’algoritmo tecnologico con quello della credibilità, e avere condizioni di mercato che consentano a editori di sopravvivere in contesto tecnologico che sta diventando dominante, con regole trasparenti nella gestione del mercato pubblicitario».
«Una volta c’era la narrazione ordinata dell’establishment. Oggi siamo di fronte ad un paesaggio che molti non riescono a interpretare e questo vuoto si riempie di un contenuto non dissimile dai secoli bui: fake news, alcune prodotte ad arte per volontaria manipolazione, altre no, semplicemente perché come esseri umani abbiamo bisogno di una spiegazione del mondo», ha sostenuto Vittorio Meloni, autore di “Il crepuscolo dei media”.
«Fake news è il titolo generale di una materia più complessa – ha continuato –. La narrazione del mondo e’ diventata frammentaria. Non abbiamo più uno sguardo verso il futuro. Da lì nasce la perdita di autorevolezza della stampa. Non c’è Paese occidentale dove non ci sia una frammentazione anche in politica. La crisi ha prodotto lo scollamento tra ceto medio ed establishment. Non c’è ancora alternativa credibile».
Tra i premiati anche il responsabile di Corriere Innovazione e del supplemento romano del Corsera, Giuseppe Di Piazza; Massimo Russo, direttore generale della divisione digitale di Gedi e ad di Huffington Post, e la piattaforma Ray Play. Premiate anche start up come Pedius, che ha creato una App per i non udenti, Horus, che aiuta i non vedenti, oltre ai riconoscimenti, per l’editoria, al “Sicilian post” e ad “Upday for Samsung”. (agi)