ANKARA (Turchia) – Sette giornalisti del quotidiano “Sozcu” sono stati condannati questa mattina in Turchia a varie pene detentive con l’accusa di aver collaborato con il movimento Hizmet, guidato dal predicatore islamico Fethullah Gulen e considerato responsabile del fallito colpo di Stato del 15 luglio del 2016.
Gli editorialisti Emin Colasan e Necati Dogru sono stati condannati a tre anni e sei mesi di carcere, mentre il proprietario del quotidiano Burak Akbay, che si trova all’estero, dovrà essere processato separatamente. Quest’ultimo era già stato condannato in absentia per terrorismo a 30 anni di carcere e sul suo capo pende un mandato d’arresto internazionale.
Condannati oggi anche il direttore di “Sozcu” Metin Yilmaz e il vicedirettore Mustafa Cetin a tre anni e quattro mesi. Il coordinatore del giornale web Yucel Ari, il giornalista Gokmen Ulu e il direttore finanziario Yonca Yucekaleli dovranno scontare invece due anni e un mese, mentre l’ex coordinatore del portale online Mediha Olgun è stato assolto.
Secondo l’accusa, assieme a Yilmaz, Ari e Cetin, Colasan e Dogru avrebbero “favorito l’organizzazione terroristica Feto (acronimo con il quale le autorità di Ankara si riferiscono al movimento di Fetullah Gulen) senza far parte della struttura gerarchica”.
I verdetti sono già stati commentati da Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito repubblicano popolare (Chp, principale forza dell’opposizione in Turchia), secondo cui i giudici hanno agito su ordine delle autorità politiche.
“Ciò che mi rende triste è che abbiamo con questa decisione annunciamo al mondo intero che non c’è giustizia né democrazia nella Repubblica di Turchia. Quale paese, coscienza o istituzione giudiziaria potrebbe mai ritenere giusta una decisione del genere? Quando hai paura dei media che espongono fatti, inizi a perdere. Erdogan e il suo entourage sono entrati in questa fase”, ha affermato Kilicdaroglu. (agenzia nova)