Il regime di Erdogan sbatte in galera oppositori e giornalisti: indegni di stare in Europa

Vergogna senza fine in Turchia: stampa soffocata

cumhuriyet

Manifestazione di protesta oggi davanti alla sede del quotidiano Cumhuriyet

ISTANBUL (Turchia) –  Si torna a stringere la morsa delle autorità turche su Cumhuriyet, il prestigioso giornale dell’opposizione di centrosinistra. La polizia ha fatto irruzione nella sede del quotidiano, una delle poche voci critiche rimaste nei confronti del governo; e ha arrestato il suo direttore Murat Sabuncu, insieme ad altri giornalisti.
Subuncu è stato fermato nella sua casa, che è stata anche perquisita. Stessa sorte per uno dei suoi giornalisti di punta, Guray Oz. È stata perquisita anche l’abitazione del presidente del comitato editoriale, Akin Atalay, che si trova attualmente all’estero. Secondo la Cnn turca, la polizia ha ordini di arresto per 13 persone tra giornalisti e dirigenti del quotidiano.
Oltre al direttore Sabuncu, sono già  finiti in manette i giornalisti Guray Oz, Hikmet Cetinkaya, Aydin Engin e Hakan Kara. Per tutti è stato disposto il divieto a incontrare i propri avvocati nei prossimi cinque giorni, una decisione prevista dalle procedure relative lo stato di emergenza in vigore nel Paese. Gli altri destinatari dell’ordine di arresto sono i dirigenti Kadri Gursel e Gunseli Ozaltay e i giornalisti Onder Celik, Bulent Utku, Mustafa Kemal Gungor, Eser Yener, Muslum Ozisik, Turhan Gunay e Nebil Ozgenturk e il vignettista Musa Kart, tutti ricercati dalla polizia.
Sabuncu è alla testa del giornale da quando l’ex direttore, Can Dundar, ha deciso di intraprendere una nuova avventura editoriale in Germania, alla fine di agosto scorso. L’accusa riguarda presunti legami con i golpisti di Fetullah Gulen, ritenuto la mente del golpe del 15 luglio, e separatisti curdi del Pkk con cui Ankara è in guerra dal 1984.
Secondo il pubblico ministero titolare dell’indagine, lo storico quotidiano turco avrebbe posto in essere attività a favore sia dei golpisti che dei curdi, pur senza essere parte delle due organizzazioni in questione. Nei mesi scorsi invece l’ex direttore Dundar era stato detenuto, processato e condannato in primo grado a cinque anni e dieci mesi, per aver pubblicato immagini relative il passaggio di tir carichi di armi attraverso il confine siriano, per mano dei servizi segreti turchi.
“Abbiamo l’impressione che la leadership turca stia etichettando un crescente numero di persone come «criminali», ma invece sono soltanto persone che dissentono dalla politica del Governo. Questo è il peggior tipo di repressione politica ed è inaccettabile per i valori fondamentali dell’Europa. L’arresto dei cosindaci di Diyarbakir non sembra essere basato su motivi penali ma politici”. Lo afferma il presidente del Pse, Sergei Stanishev, che, in visita ad Ankara, sta incontrando i leader dei partiti Chp e Hdp, Kemal Klcdaroglu e Selahattin Demirtas. Chp e Hdp fanno parte del Pse.
Stanishev ha commentato negativamente le recenti operazioni di polizia contro i giornalisti del quotidiano di centrosinistra “Cumhurriyet”. “Il Governo –  prosegue Stanishev – sta creando un ambiente più vicino a un regime autoritario che non ad una democrazia. Erdogan sta attaccando quegli stessi principi della Costituzione turca, da lui e da tutti noi difesi durante il tentato golpe”. (Agi)

LEGGI ANCHE:
Cumhuriyet, retata in redazione: giornalisti arrestati
https://www.giornalistitalia.it/cumhuriyet-retata-in-redazione-giornalisti-arrestati/

Fnsi: “Tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo in Turchia”
ROMA – “I nuovi arresti di giornalisti del quotidiano d’opposizione Cumhuriyet confermano che bisogna tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo in Turchia ormai da anni e, soprattutto, all’indomani del fallito colpo di Stato del 15 luglio scorso, con migliaia di giornalisti, docenti universitari, scrittori, magistrati, impiegati pubblici finiti in prigione con l’accusa di avere legami con i golpisti di Fetullah Gulen e con i separatisti curdi». Lo affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«La Federazione nazionale della stampa italiana – proseguono – ha già portato il caso all’attenzione delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti e nelle scorse settimane a Roma, Milano e in altre città d’Europa si sono tenute manifestazioni di protesta contro la repressione in atto in Turchia ai danni della libera informazione e della libertà di espressione. Ma è evidente che questo non basta. Serve che le istituzioni dell’Unione europea e i governi nazionali intervengano con decisione per porre fine ad una situazione di palese violazione dei diritti umani e civili. Un Paese che si professa democratico non può imporre il bavaglio all’informazione, cuore di ogni sistema politico che abbia al centro i cittadini». (giornalistitalia.it)

 

I commenti sono chiusi.