FIRENZE – Le gestione del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui e stato presidente l’onorevole Denis Verdini, è “risultata imprudente quanto ambiziosa, seguita dalla consapevolezza maturata dapprima dal senatore Verdini e subito dopo anche dal management, di un imminente disastro ormai inevitabile e reso poi palese dall’ispezione della Banca d’Italia del 2010. E ciò nonostante, il collegio ha constatato che anche dopo la percezione della fortissima crisi del gruppo Fusi Bartolomei, Ccf aveva continuato a sostenere i due imprenditori, nella piena consapevolezza della precarietà della loro situazione”. È uno dei passaggi contenuti nelle oltre 700 pagine con cui il tribunale di Firenze motiva la condanna a nove anni dell’onorevole di Ala, Denis Verdini.
Il parlamentare condannato, in primo grado, per bancarotta e truffa ai danni dello Stato è stato, invece, assolto dall’accusa di associazione a delinquere. Sempre secondo i giudici esisteva “oltre ogni ragionevole dubbio“ una crisi di liquidità degli imprenditori Fusi e Bartolomei, “preesistente al 2009 e all’operazione dei 150 milioni di euro”, un maxi finanziamento che la Btp ricevette da un pool di banche tra cui Mps.
Il secondo filone del processo riguarda i finanziamenti pubblici del fondo per l’editoria, di cui hanno beneficiato giornali riferibili a Verdini “travestiti”, secondo l’accusa, da cooperative. Tra i condannati anche il deputato di Ala Massimo Parisi e gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. (agi)
In oltre 700 pagine il tribunale di Firenze motiva la condanna a 9 anni del leader di Ala