ROMA – «Una coincidenza che non mi aspettavo». Carlo Verdelli commenta, così, a “Che tempo che fa” su Rai2, l’annuncio della sua sostituzione alla direzione del quotidiano “la Repubblica”, lo scorso 23 aprile, ovvero lo stesso giorno della sua presunta “data di morte” fissata nelle minacce ricevute con lettere anonime e sui social network.
Il giornalista, ingaggiato come editorialista nelle ultime due puntate del programma condotto da Fabio Fazio, ha ricordato che «quando un editore acquista un giornale ha tutti i diritti di scegliere le persone che ritiene migliori per sviluppare il suo progetto. L’incarico me l’aveva dato l’editore precedente. Non contesto minimamente la scelta e non ne metto in dubbio la legittimità, ma mi ha molto colpito la data, che per me e per le persone a me vicine rappresentava un motivo d’apprensione. Non avevo mai pensato potesse passare a un fatto concreto però la coincidenza mi ha stupito».
«Forse – sottolinea Verdelli – si poteva trovare un modo meno sbrigativo di risolvere la questione. Io sono onorato di aver lavorato per 14 mesi per la Repubblica, è un grandissimo giornale con una grande storia, fondato da Eugenio Scalfari in un punto preciso del campo, quello democratico e lì ha messo radici. È un giornale libero, indipendente, che ha al suo interno persone sotto scorta per il lavoro che hanno fatto, come Paolo Berizzi per le questioni dell’ultradestra e al nascente neonazismo, che molti hanno negato per lungo tempo e ora cominciano a dire che qualche segno c’è, o come Federica Angeli».
«Non era mai successo – prosegue Verdelli – che un direttore di un giornale come la Repubblica, tranne forse negli anni del terrorismo, venisse sottoposto, per così tanto tempo, ad una campagna così massiccia; è un problema personale, ma è anche un problema per la democrazia. Le minacce, le intimidazioni, gli insulti, qualche traccia la lasciano, qualche dubbio lo fanno venire. Io credo molto nella funzione dell’informazione, soprattutto in un momento come quello che l’Italia sta vivendo».
«Dopo la sostituzione – conclude l’ex direttore di Repubblica – non ho più ricevuto minacce. C’è un’inchiesta aperta, ci sono anche rogatorie internazionali, perché alcuni di questi profili da cui sono arrivate le minacce hanno le sedi all’estero. Per adesso non ne so molto di più». (adnkronos)
EDITORIA: VERDELLI, ‘VIA IL 23 APRILE, COINCIDENZA CON MINACCE CHE NON MI ASPETTAVO’ =