L’inchiesta per la presunta bancarotta di Roto Alba preoccupa il Cdr del quotidiano

Veneziani indagato, l’Unità chiede chiarezza

L’editore Guido Veneziani

L’editore Guido Veneziani

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ROMA – “Apprendiamo con forte preoccupazione da notizie di stampa che l’editore Guido Veneziani sarebbe indagato dalla procura di Asti per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice per le vicende relative alla stamperia piemontese Roto Alba. All’editore, socio di maggioranza della Unità s.r.l., chiediamo che venga fatta al più presto chiarezza su un fatto che se confermato sarebbe di estrema gravità”.
Il Comitato di redazione dell’Unità reagisce, così, alla notizia del Fatto Quotidiano relativa all’apertura di un’inchiesta della Procura di Asti su una delle tipografie piemontesi di proprietà di Guido Veneziani, nella quale si è presentata la Guardia di Finanza di Cuneo sequestrando computer e i libri contabili e notificando al titolare un’informazione di garanzia. Un’azienda, Roto Alba, con 139 lavoratori da alcuni giorni in cassa integrazione e diversi stipendi arretrati non pagati.
“La stessa chiarezza – afferma il Cdr – la chiediamo agli altri due soggetti della compagine societaria: al gruppo PS e allo stesso Pd (detentore del 5% delle quote tramite la fondazione Eyu) che nei mesi passati ha giocato un ruolo di primo piano nella scelta e nel coinvolgimento dei diversi soci”.
Dopo dieci mesi dalla chiusura del quotidiano l’Unità sarebbe, infatti, “inaccettabile assistere a un ennesimo rinvio per vicende giudiziarie che nulla hanno a che fare con la storica testata e con l’operazione che ne deve, ora e in futuro, garantire le pubblicazioni. Sarebbe inaccettabile sia per i lettori che per i lavoratori”.
“Non nutriamo – aggiunge il Comitato di redazione – alcun dubbio riguardo all’operazione di acquisto della nostra testata, sulla cui rigorosa adeguatezza ha esercitato un vaglio attento e scrupoloso il Tribunale fallimentare di Roma, che ha dimostrato grande attenzione e sensibilità per i diritti dei creditori e dei lavoratori. Ma questo non basta”.
“Essere azionista de l’Unità – ricordano i giornalisti – significa anche rispettare i valori fondamentali della legalità e del rispetto del lavoro. Purtroppo non è stato sempre così, anche nel recente passato. La redazione non ha mai mancato di far sentire la sua voce con richiami puntuali alla trasparenza e alla correttezza”.
“Con il ritorno in edicola – si augura il Cdr dell’Unità – speriamo in una svolta positiva e non certo in un ritorno indietro. Per questo la chiarezza va fatta fin da subito, anche per evitare che giornalisti e poligrafici restino esposti a continue campagne di stampa non sempre attente alla dignità e all’autorevolezza del nostro lavoro”.
Ricordando che “il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi ha dichiarato, in una recente intervista, che l’Unità riprenderà le pubblicazioni “prima dell’estate”, il Cdr si aspetta “atti concreti che rendano possibile questa dichiarazione. Questo non può essere il tempo dei rinvii, delle ombre, delle incertezze”.
All’editore Veneziani e agli altri soci della Unità srl, il Comitato di redazione chiede “la stessa trasparenza e lo stesso senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori dell’Unità in tutti questi drammatici mesi in cui è stata messa a tacere un’autorevole voce di sinistra, e con essa un patrimonio di valori culturali, civili e morali che devono al più presto tornare a farsi sentire”.

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