CITTA’ DEL VATICANO – Per decisione di Papa Francesco “confluiranno nella Segreteria per la Comunicazione, nei tempi e secondo le modalità stabilite o da stabilire”, tutti i media vaticani e gli organismi che fanno parte del sistema della comunicazione vaticana: il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, la Sala Stampa della Santa Sede, il Servizio Internet Vaticano, la Radio Vaticana, il Centro Televisivo Vaticano, L’Osservatore Romano, la Tipografia Vaticana, il Servizio Fotografico e la Libreria Editrice Vaticana.
Lo stabiliscono gli Statuti della Segreteria per la Comunicazione approvati dal Pontefice. Il nuovo dicastero guidato da monsignor Dario Edoardo Viganò “assumerà altresì il sito web istituzionale della Santa Sede e la titolarità della gestione nelle reti sociali della presenza del Romano Pontefice”.
L’articolo 19 dello statuto chiarisce che “le suddette entità proseguiranno nelle loro rispettive attività, osservando le proprie norme in vigore, attenendosi però alle indicazioni date dal Prefetto, fino alla data in cui confluiranno nella Segreteria per la Comunicazione, momento a partire dal quale saranno abrogate”.
“Nel corso del processo di integrazione dei diversi enti, si osserveranno – afferma lo statuto della Segreteria per la Comunicazione – i Regolamenti, le Direttive o le altre disposizioni man mano emanati dalla Segreteria per la Comunicazione, nel quadro delle norme generali della Santa Sede e nel rispetto dei diritti acquisiti dai dipendenti”.
“Nel compimento delle proprie funzioni, la Segreteria per la Comunicazione – sottolinea il testo – agisce in collaborazione con i restanti Dicasteri competenti, in ragione della materia ed in particolare con la Segreteria di Stato”. Infatti, “alla Segreteria per la Comunicazione spetta di supportare i Dicasteri della Curia Romana, le Istituzioni collegate con la Santa Sede, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e gli altri organismi che hanno sede nello Stato della Città del Vaticano, ovvero che dipendono dalla Sede Apostolica nella loro attività di comunicazione”.
Lo statuto precisa i ruoli specifici delle diverse figure che dirigeranno il nuovo dicastero, a cominciare dal prefetto, il sacerdote italo-brasiliano Dario Edoardo Viganò, che “nominato dal Romano Pontefice ad quinquennium, regge, dirige e sovrintende all’attività del Dicastero e rappresenta la Segreteria per la Comunicazione anche nei rapporti con entità esterne alla Santa Sede”.
Anche il segretario, il sacerdote argentino Lucio A. Ruiz, “è nominato dal Romano Pontefice ad quinquennium”, e il suo compito è di supporto al prefetto: che “assiste e coadiuva nel trattare gli affari della Segreteria per la Comunicazione, nel dirigere il personale e le attività a lui affidate dal prefetto, assicurando il raccordo tra le varie Direzioni”.
E mentre i membri del dicastero, scelti tra “chierici ed altri fedeli di diversa provenienza, esperti nelle attività peculiari svolte dalla Segreteria per la Comunicazione”, costituiranno una sorta di parlamentino che contribuirà a dare indirizzi di tipo generale, l’operatività del dicastero è assicurata da 5 direzioni che dipenderanno direttamente dal prefetto e dal segretario: Direzione per gli Affari Generali, Direzione Editoriale, Direzione della Sala Stampa della Santa Sede, Direzione Tecnologica, Direzione Teologico Pastorale. “Esse –afferma il documento – in forza della loro competenza, sono paritetiche nell’esercizio della loro attività. Mantengono fra loro un’intrinseca unità, assicurando la collaborazione e l’interazione nelle materie e nelle attività comuni”.
In particolare per quanto riguarda la direzione della Sala Stampa, recentemente affidata allo statunitense Gtreg Burke, con la spagnola Paloma Gomez Ovjero come vice direttore, lo statuto precisa che per i contenuti seguirà le indicazioni della Segreteria di Stato: tra i suoi compiti rientra infatti “pubblicare e divulgare le comunicazioni ufficiali riguardanti sia gli atti del Romano Pontefice sia l’attività della Santa Sede, attenendosi alle indicazioni della Segreteria di Stato“ ed “ospitare e moderare conferenze stampa e briefing; rispondere in modo ufficiale alle domande dei giornalisti sull’attività del Romano Pontefice, dei Dicasteri della Curia Romana e degli altri Organismi della Santa Sede o vaticani, dopo aver consultato la Segreteria di Stato”. (Agi)