ROMA – Spunta un presunto nuovo “corvo” nell’affare Vatileaks 2. Se formalmente gli indagati in Vaticano restano solo monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, dalle carte dell’inchiesta di Terni – che avrebbe indagato la Chaouqui e il marito, Corrado Lanino, per estorsione e intrusione informatica – esce il nome di Mario Benotti, attualmente funzionario a Palazzo Chigi, ma da sempre giornalista con forti legami con il Vaticano. E lui in serata si sospende dagli incarichi istituzionali, alla presidenza del Consiglio e al Comune di Firenze. “Per il rispetto” verso “l’istituzione che rappresento e per far sì che io possa tutelarmi nelle sedi più opportune ho ritenuto corretto autosospendermi dall’incarico”, dice il capo della segreteria particolare del Sottosegretario agli Affari Ue, Sandro Gozi, sottolineando la sua “totale estraneità” alla vicenda Vatileaks. “Con stupore e profonda amarezza ho letto alcune notizie apparse su due quotidiani – dice riferendosi alle indiscrezioni del Corriere e del Messaggero – che mi collegano alla cosiddetta vicenda Vatileaks. Vorrei da un lato precisare la mia totale estraneità, e dall’altro che non mi è stato notificato alcun avviso di garanzia, né mi risulta di essere indagato”. Definisce le notizie uscite sui due giornali “infondate” e “lesive del mio onore”. Si indaga da mesi su queste intrusioni nei computer più riservati della Santa Sede e il nome di Benotti sarebbe spuntato per i suoi stretti legami di amicizia e professionali con la Chaouqui. Benotti comincia a fare il giornalista per la Radio Vaticana, arriva fino alla poltrona di direttore di Rai World e attualmente metteva insieme una serie di consulenze di tutto rispetto, da Palazzo Chigi a Firenze fino alle docenze alla Sapienza di Roma. In passato è stato consigliere della Banca Popolare di Spoleto. Quanto ai rapporti con il Vaticano, collabora con l’Osservatore Romano; è Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Consultore del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Tra l’altro Benotti era coinvolto, in quanto consigliere del sindaco di Firenze Dario Nardella per i rapporti con le confessioni religiose, anche nella prossima visita di Papa Francesco a Firenze, il 10 novembre. Ma ieri sera il giornalista ha, appunto, comunicato al Comune toscano la volontà di sospendere la collaborazione. Monsignor Balda resta intanto nella cella dopo il lungo interrogatorio dal quale si confermerebbe la sua volontà di collaborare con gli inquirenti. Finora, secondo quanto trapela, di fatto le due persone indagate, Balda e Chaouqui, unite fino all’arresto da un legame fortissimo, avrebbero scaricato l’uno sull’altra la responsabilità della fuga dei documenti. Ma Balda e Chaouqui, anche se restano al momento i soli due indagati in Vaticano, come ha riferito ieri il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, non sono le uniche persone che in questi giorni sono state ascoltate dal magistrato. L’obiettivo resta quello di individuare presunti complici e, forse, un livello superiore, cioè dei mandanti. Dalla Santa Sede arriva anche la voce del cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria por l’Economia. “La riforma va avanti”, sottolinea. Quanto ai Vatileaks, era roba “ben nota per noi” che “rafforza la necessità di una moralizzazione”. E anche il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, evidenzia che “è stato proprio Papa Francesco a voler fare luce su questa realtà”. (Ansa)
Ha diretto Rai World e lavora per Palazzo Chigi e Comune di Firenze: “Sono estraneo”