CAPODISTRIA (Slovenia) – Abdon Pamich, Ottavio Missoni, Nino Benvenuti: chi non ha sentito parlare di questi campioni? Due medaglie d’oro olimpiche e un grande atleta che è diventato grande stilista. Gloria e vanto dell’Italia. Ma di un’Italia particolare che ora ha le sue radici al di fuori dei confini nazionali: i territori dell’ex Jugoslavia, oggi Slovenia e Croazia. Italiani che hanno vissuto sulla loro pelle le vicende storiche, specialmente quelle della seconda guerra mondiale. Italiani che hanno voluto e saputo mantenere la loro cultura, tradizione e lingua anche soprattutto quando l’Italia non ha più governato le loro terre e sono stati oggetto di discriminazione e violenza.
Può sembrare incredibile, ma questi “italiani veri” non hanno mai avuto nella loro storia la visita di un’organizzazione giornalistica italiana. È stata l’Ussi (Unione stampa sportiva italiana) a colmare questa lacuna, incontrando la Comunità degli italiani di Slovenia e Croazia. Il Consiglio di Presidenza, guidato dal presidente Gianfranco Coppola, su invito del gruppo regionale del Friuli Venezia Giulia “Marco Luchetta” si è recato nei giorni scorsi a Capodistria dove, nella sede della Comunità, è stata accolta dal vicesindaco Mario Steffé e da Maurizio Tremul, della Comunità italiana di Slovenia e Croazia. Con l’Ussi erano significativamente presenti anche il presidente dell’Aips (associazione che raggruppa tutti i giornalisti sportivi del mondo), Gianni Merlo, e il presidente dei Gruppi regionali Ussi, Mario Zaccaria.
Tremul ha illustrato la storia della comunità e lo stato giuridico della minoranza nazionale nei due paesi, mettendo in luce la sua vivacità nel conservare la cultura italiana, con l’organizzazione di scuole, centri culturali, iniziative folcloristiche e collaborazioni con le realtà slovene di Capodistria, Pirano e Arcano e con quelle istriane tra le quali Pola e Fiume.
«Ormai i confini sono stabiliti – ha detto, fra l’altro Tremul, ringraziando sentitamente l’Ussi per lo storico incontro – ma noi ci sentiamo italiani, la nostra madrelingua e la nostra cultura è italiana e guardiamo a un futuro di aperture e collaborazione». Gianfranco Coppola ha posto l’accento sullo sport come fattore decisivo di pace e comune denominatore di tutti i popoli, concetto ribaditi e rilanciati su scala mondiale da Gianni Merlo.
L’Ussi ha concluso la visita con l’impegno a rinnovare e potenziare i contatti con la Comunità e a farla sentire sempre più vicina alla amata madrepatria. (giornalistitalia.it)