ROMA – In questi giorni la fa da padrone – dentro e fuori viale Mazzini – il totonomine per le direzioni dei tg Rai che vede come imminenti alcuni cambi, specie al Tg2 e Tg3. Per l’Usigrai sta andando in scena “il tipico totonomine estivo in perfetto stile Prima Repubblica. È evidente – spiega l’esecutivo del sindacato dei giornalisti Rai – che tutto questo è slegato dal prodotto e da qualunque ipotesi di riforma editoriale, che anzi con questi metodi, e con una scontata politica degli annunci, viene definitivamente accantonata. Dove sono la annunciata diversità, l’innovazione e la contemporaneità di questo vertice?”.
“Da anni l’Usigrai – prosegue la rappresentanza sindacale dei giornalisti di viale Mazzini – è l’unico soggetto a dimostrare di credere realmente nella necessità di una riforma radicale. Ci ritroviamo invece di fronte alla conservazione, con ipotesi addirittura di aumento del numero delle testate. Da oggi almeno ci venga risparmiata la litania dei dirigenti innovatori e dei sindacati conservatori. È ormai evidente chi è fermo a vecchi schemi e chi no”.
E in più – conclude l’Usigrai – ‘tutto questo avviene, alla vigilia dell’audizione all’Anas, senza aver affrontato il tema dei senza incarico, dei demansionati, dei dequalificati, tra i dirigenti come tra i tanti giornalisti marginalizzati nelle redazioni”.
Quindi l’auspicio che il Cda di viale Mazzini “voglia rivendicare il ruolo e i poteri che gli sono attribuiti dalla legge”, riferimento al fatto che sulle questioni editoriali, e quindi riguardanti le testate e le proposte di nomine da parte del direttore generale, il voto del Cda è vincolante.
Per il sindacato giornalisti “è in perfetto stile Prima Repubblica. Dov’è l’innovazione?”