WASHINGTON (Usa) – La crisi della stampa è una piaga globale. Non solo in Italia, dove si è letto sempre poco e si leggono sempre meno quotidiani, o in Europa. Negli Stati Uniti la situazione è tragica anche se con alcuni elementi in controtendenza: nel 2014 si è perso il 10,4% della forza lavoro e si contano solo 32.900 giornalisti attivi, il livello più basso di sempre da quando nel 1978 si iniziò a tenere il conto dei reporter in attività. Nel 2013 erano i reprter al lavoro erano 36.700.
Questi i risultati dell’ultima analisi della “American Society of News Editors” da cui emerge, però, una controtendenza nelle grandi testate e in quelle più piccole: i quotidiani tra 250.000 e 500.000 copie hanno assunto più giornalisti con un incremento del 13,98%, mentre quelli con meno di 5.000 copie hanno registrato un aumento del 15,9%.
Dove va malissimo è nei quotidiani tra 100.000 e 250.000 copie: qui il crollo dell’occupazione in redazione è stato del 21,58%. Il picco di occupati tra i giornalisti venne toccato negli Usa nel 1990 con 56.900 reporter. (Agi)
La crisi morde anche oltreoceano dove nel 1990 lavoravano 56.900 reporter