WASHINGTON (Usa) – Gli ampi programmi di sorveglianza dell’intelligence americana svelati da Edward Snowden cominciano ad avere un impatto sulla libertà di stampa e la democrazia, secondo un rapporto pubblicato dalla più grande associazione americana in difesa delle libertà.
Lo studio realizzato dall’Unione americana per le libertà civili (Aclu) e dalla Ong Human Rights Watch (Osservatorio per i diritti umani, ndr) si basa su 92 interviste realizzate a giornalisti, avvocati, attuali ed ex responsabili governativi.
La conclusione è inequivocabile: i programmi di sorveglianza creati da Washington con lo scopo di combattere il terrorismo hanno minato la libertà di stampa e il diritto pubblico all’informazione.
“Il lavoro di giornalisti e avvocati è il cuore della nostra democrazia”, ha sottolineato l’autore del rapporto, Alex Sinha. “Quando il loro lavoro è colpito, lo siamo anche noi”.
Secondo gli intervistati, le rivelazioni sui programmi della National Security Agency (Nsa) hanno spinto le fonti abituali dei giornalisti a pensarci due volte prima di parlare con la stampa, anche se solo per discutere di tematiche non segrete, per paura di perdere l’accesso alle informazioni o di essere perseguiti penalmente.
Giornalisti e avvocati, sempre più spesso, sono poi costretti a criptare le loro comunicazioni o a trovare altri metodi per sfuggire ai controlli.
“Sono furioso all’idea di dovermi comportare come un trafficante di droga per proteggere la riservatezza dei miei clienti”, ha detto un avvocato interpellato dall’Aclu.
“Gli Stati Uniti si presentano come un modello di libertà e democrazia, ma i loro programmi di sorveglianza minacciano i valori che intendono rappresentare” ha concluso Sinha. (TmNews)
Per l’Unione americana per le libertà civili giornalisti e avvocati sono i più controllati