ROMA – Una zecca bella grossa sul finestrino del Frecciabianca per Roma. Carrozza 2, prima classe. Attaccata al finestrino. Per fortuna. Immaginiamo cosa sarebbe successo alla malcapitata viaggiatrice, una giornalista, che, salita sul treno che da Ravenna porta a Roma, si è trovata la “bella” sorpresa. E se, invece che sul vetro, la zecca fosse stata sul sedile? E se la professionista, magari appisolandosi come è normale possa accadere in treno, specie quando si viaggia a quell’ora del mattino (si parte da Ravenna alle 6), non si fosse accorta dello sgradito ospite? Le sarebbe finito addosso, infilandosi nella camicia leggera.
C’è chi, tra chi vive sulla costa Adriatica tra Ravenna e Ancona, si lamenta della penuria di collegamenti con la capitale: l’unico treno più o meno veloce, da anni, è proprio il Frecciabianca in partenza alle 6 da Ravenna. In 4 ore si scende a Termini. Accettabile. Quel che non è possibile accettare è la sporcizia a bordo. Che diventa vero e proprio orrore nel caso – ora al vaglio di Trenitalia – denunciato dalla professionista.
«Una zecca in prima classe. Una vergogna», racconta. «Aggiungiamoci l’aver pagato una bella cifra per la sola andata con la consolazione di godere dei comfort della prima classe!».
«Non siamo sicure che si tratti di una zecca, ma non possiamo nemmeno escluderlo: la faremo analizzare». Queste le parole delle due capotreno che – allertate dalla giornalista –, dopo aver fatto prelevare e imbustare dall’addetto della pulizia a bordo, con tanto di guanti, “la presunta zecca”, hanno raccolto, con apposito modulo su carta intestata Trenitalia, la denuncia della viaggiatrice. La quale ha dovuto dichiarare, nero su bianco, di non essersi “infortunata” ovvero “di non essere stata punta o morsa dall’insetto rinvenuto – hanno incalzato le gentili signorine con la divisa blu – e di non volere, pertanto, scendere dal treno per farsi controllare o medicare”. Medicare? Controllare? Ma non era un banale insetto?
«Sulla sporcizia, difficile da digerire anche senza ulteriori sorprese – chiosa la giornalista – visto che su Trenitalia non si viaggia gratis, le capotreno hanno mestamente abbassato lo sguardo, scaricando la responsabilità sul servizio a terra. Esterno, per carità, all’azienda…». (giornalistitalia.it)
La denuncia di una giornalista a bordo del Frecciabianca da Ravenna a Roma