“L’Inps motivi il conguaglio monstre. Spiegazioni senza senso accolte in modo supino”

Un pensionato non può “non pagare” l’Irpef

TORINO – Mi ha molto colpito il modo supino con cui Fnsi e Ugp hanno accolto le spiegazioni dell’Inps sul conguaglio monstre dell’Irpef a novembre: “Da verifiche effettuate, risulta che il maggior prelievo rilevato da alcuni giornalisti deriva da conguagli per Irpef non versata nel 2022 e 2023”.

Roberto Reale

Esistono infatti due modi soltanto per non pagare l’Irpef: nascondere un reddito al Fisco o applicare un’aliquota errata. Tertium non datur. Per chi ha solo redditi da pensione non ne esiste invece neppure uno: impossibile far sparire una pensione dal Casellario Centrale, mentre l’Irpef viene calcolata e trattenuta direttamente dal sostituto d’imposta, lo stesso Inps. Dunque, se mancasse una quota di Irpef, il pasticcio l’avrebbe creato proprio l’Istituto di previdenza, che ora è tenuto a motivare concretamente il conguaglio negativo.
La mia dichiarazione 730 precompilata presentata nel 2023 coincide al centesimo con la Certificazione Unica rilasciata dall’Inps: identico reddito da pensione (che la CU attesta essere somma di tutte le pensioni registrate nel casellario centrale), identica ritenuta Irpef, di cui ho verificato anche il calcolo). Per alcune detrazioni la dichiarazione è risultata a credito di 500 euro, che mi sono stati rimborsati a luglio scorso. Dove nasce il buco di oltre 800 euro che l’Inps tratterrà a novembre? L’Inps, per favore, me lo spieghi.
P.S. Ho scritto tre volte a “Inps Risponde”, replicano sempre in perfetto burocratese: non possiamo dare spiegazioni perché la pratica (sic??!!) “non è correttamente identificata”. (giornalistitalia.it)

Roberto Reale

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