PROH (Novara) – Per mano di un giornalista – Gianni Dal Bello – tornerà a nuova vita il castello medioevale di Proh, ancora nelle risaie di Novara, ma già alle porte della Valsesia. L’intenzione è di utilizzare i saloni medievali per ospitare un museo.
Un museo d’avanguardia – s’intende – dotato delle migliori tecnologie. Dove i visitatori possano vedere, sentire e addirittura toccare l’esposizione. Va da sé che tutta questa modernità “virtuale” non perderà di vista le tradizioni di un territorio che, quanto a passato, è ricchissimo.
Gianni Dal Bello è un novarese doc con un passato ancora recente tra le pagine culturali del “Corriere di Novara” di cui è stato anche vicedirettore. Successivamente firma prestigiosa del “Giornale” e della rivista nazionale di critica letteraria “Lettera”.
Ha collaborato con la televisione italiana e con il canale svizzero della radio. La sua ultima occupazione da giornalista è stata quella di direttore della rivista “InformAle”. Perché adesso il suo impegno consiste nel raccontare le storie locali attraverso gli oggetti dei musei “impaginati” come fossero i titoli di un articolo di giornale.
La sua prima esperienza in questo senso è stata a Meina dove, da un paio d’anni, quest’idea di museo da vedere, da sentire e da toccare sta riscuotendo imprevedibili successi.
Adesso tocca a Proh dove i proprietari – la famiglia Marelli di Milano – hanno accettato di stipulare una convenzione di 25 anni mettendo a disposizione la struttura.
Per poter iniziare occorreranno interventi di ristrutturazione e di adattamento che occuperanno almeno un anno. Poi l’arredo del museo, destinato ad ospitare il mondo agroalimentare e vitivinicolo della zona. Il castello, però, racconta anche una sua storia, persino più antica.
La costruzione era stata progettata dagli architetti della famiglia di Francesco Sforza nel XV secolo probabilmente non per scopi militari, perché a breve distanza esistevano già le roccaforti di Briona, Barengo e Castellazzo di Novara. È possibile azzardare che fosse il castello delle feste e del divertimento.
Fu attaccato e saccheggiato nel corso della guerra tra i Visconti di Milano e il marchese di Monferrato. Poi, nel 1495, è stato occupato dall’esercito di Ludovico il Moro.
La proprietà è passata dai conti Caccia ai Cattaneo di Cavaglietto e, ancora, alla famiglia Torniello. Nell’Ottocento ci hanno abitato i Fantoni, che hanno adattato il castello a cascinale.
Sul finire del secolo è stato venduto al conte Arese Lucini e, alla fine, alla famiglia Marelli di Milano.
“Una struttura ideale – assicura Gianni Dal Bello – che rappresenterà una cornice adeguata per le esposizioni di una cultura agricola straordinaria. L’antico Medioevo e l’Ottocento rurale si daranno la mano”. (giornalistitalia.it)