ROMA – La Corte d’appello di Roma, seconda sezione Lavoro (Giovanni Canella presidente, Giovanna Ciardi relatore, Maria Pia Di Stefano componente), ha confermato un principio importante per i colleghi e le colleghe che lavorano negli uffici stampa del settore pubblico: è corretto inquadrare i giornalisti e le giornaliste nella categoria D3 (ex VIII qualifica funzionale nel caso di specie) ai fini normativi e retributivi.
In pratica agli iscritti agli ordini professionali, come i giornalisti, va riconosciuta la qualifica funzionale del D3. La lettura della corretta qualifica professionale avviene rispettando l’articolo 9 della legge 150/2000 con l’iscrizione delle posizioni contributive/previdenziali all’Inpgi.
«Questa decisione – commenta il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, che ha reso nota la notizia – rafforza un principio già emerso nella causa pilota vinta contro la Regione Lazio sul corretto inquadramento dei giornalisti all’interno della Pubblica Amministrazione».
«L’applicazione della Legge 150 in questo contesto, con il riconoscimento di un adeguato ruolo professionale (D e non C per intenderci), deve valere – conclude Pappagallo – come buona pratica da seguire anche nelle discussioni relative al progetto di riforma del settore avviato dalla ministra della funzione pubblica Dadone». (giornalistitalia.it)
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La sentenza