Filippo Praticò
ROMA – Il tema della “formazione professionale continua”, divenuta obbligatoria anche per i giornalisti italiani per effetto dell’art. 7 del Dpr 137/2012, è stata al centro di una riunione congiunta tra la Commissione nazionale “Uffici Stampa” della Fnsi, guidata dal presidente Giovanni Rossi e l’omologo gruppo di lavoro dell’Ordine nazionale dei giornalisti, coordinato da Aurelio Biassoni, oltre ad una nutrita rappresentanza degli organismi territoriali. Da quest’anno, dunque, i giornalisti italiani dovranno assolvere all’obbligo della Formazione Professionale Continua (Fpc) per adeguarsi ad una normativa che prevede l’aggiornamento professionale come una delle condizioni per mantenere l’iscrizione all’Ordine. Per assolvere all’obbligo formativo, ogni iscritto dovrà maturare 60 crediti in un triennio (con un minimo di 15 crediti annuali), di cui almeno 15 su temi deontologici.
Sia Rossi che Biassoni hanno espresso piena concordanza di vedute nel giudicare molto positivo il lavoro di coordinamento di ordine e sindacato su una tematica che mira ad uno sviluppo professionale di grande importanza. Quindi, gli esponenti di Fnsi e Odg hanno giudicato necessario avviare insieme corsi di formazione anche sui territori per rendere la categoria protagonista di un effettivo cambiamento in presenza delle mutate condizioni di lavoro. Negli uffici stampa pubblici e privati, infatti, l’aggiornamento è indispensabile per l’affermarsi delle tecnologie digitali e dei siti web. Da non trascurare, infine, la forte novità e le sfide insite nei social network divenuti, ormai, strumenti fondamentali per la professione e, di conseguenza, da approfondirne la conoscenza, l’uso e la dimensione di fenomeno di massa a livello globale.
Rossi e Biassoni hanno, quindi, proposto di fare una raccolta delle esperienze condotte negli uffici stampa per orientare i calendari dei seminari formativi. Ci sono già delle proposte di scadenze per ricevere le indicazioni provenienti dai singoli territori: tra fine aprile e la prima metà di maggio con un avvio presunto dei corsi intorno al mese di giugno.
La discussione, ovviamente, ha messo in evidenza le tante difficoltà vissute dagli uffici stampa pubblici e la mancanza di regole in quello privato, che porta a situazioni di palesi violazioni di legge al limite dell’abusivismo professionale. Un settore, insomma, sul quale occorre effettuare la verifica della correttezza nei rapporti di lavoro.
Il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, ha illustrato le difficoltà ancora persistenti in ordine ai negoziati con l’Ara ed i sindacati confederali per l’individuazione del profilo di addetto stampa pubblico, rilevando, comunque, il lavoro positivo svolto da alcune associazioni regionali come l’Umbria, che ha sottoscritto un efficace protocollo d’intesa con l’Anci, l’organismo di rappresentanza dei comuni.
Sul tappeto restano, poi, irrisolte le questioni relative al ricongiungimento previdenziale, l’agibilità sindacale della Fnsi in diversi enti pubblici, i timori di una errata applicazione della riforma di abolizione dei consigli elettivi nelle Province.
L’Ordine da parte sua, ha presentato come proposta da offrire alla discussione della categoria, le linee guida di un “bando virtuoso” per l’accesso tramite concorso pubblico per titoli e esami, alle figure di capo ufficio stampa e di addetto stampa delle pubbliche amministrazioni, delle società partecipate e delle aziende ospedaliere.
Nelle prossime settimane, organismi ristretti di Fnsi e Ordine concorderanno un preciso cronoprogramma di iniziative e di attività da mettere subito in campo per dare risposte efficaci ai colleghi.
Riunione congiunta tra la Commissione nazionale Fnsi e il gruppo di lavoro del Cnog