SIRTE (Libia) – Il fotoreporter olandese Jeroen Oerlemans è stato ucciso a Sirte, in Libia, dai cecchini dell’Isis. Nonostante il casco ed il giubbotto antiproiettile che indossava, un proiettile lo ha raggiunto al cuore e vana è stata la corsa in ospedale, a Misurata, dove è deceduto. Il fotoreporter stava seguendo l’operazione “al Bunian al Marsus” che ha visto impegnate le truppe di liberazione di Sirte dallo Stato Islamico. Oerlamans accompagnava una squadra di sminamento nella parte della città liberata dal controllo degli estremisti islamici.
È il primo giornalista straniero ucciso in Libia dal 2011 e nel 2012 era stato rapito dai jihadisti nel nord della Siria insieme al collega britannico John Cantlie, liberati dopo dieci giorni dieci dai combattenti del Free Syrian Army.
Nato ad Amsterdam, Jeroen Oerlemans ha studiato al London College of Communication e lavorava come freelance per il magazine Knack e il De Volkskrant.
Il segretario generale del Sindacato olandese dei giornalisti (Ney), Thomas Bruning, esprime “profondo cordoglio per la scomparsa di Oerlemans mentre stava facendo un lavoro importante”. Ed a parlare di “duro colpo per il giornalismo olandese” è il vice direttore di Rtl, Peter Klein.
Inizialmente si era diffusa la notizia dell’uccisione di un fotoreporter italiano, Alessio Romenzi, il quale ha personalmente smentito la notizia su Facebook: “Sono in Italia – ha scritto – e sto bene”. La notizia è stata resa nota dal collega Joanie de Rijke, che con lui lavora per il giornale belga Knack. (giornalistitalia.it)
Da un cecchino a Sirte durante l’operazione di liberazione della Libia dall’Isis