BELGRADO (Serbia) – Il tribunale speciale di Belgrado ha condannato oggi in primo grado a pene fra i 20 e i 30 anni di carcere quattro ex membri dei servizi di sicurezza serbi, ritenuti responsabili dell’uccisione nel 1999 del noto giornalista Slavko Curuvija, fortemente critico del vecchio regime di Slobodan Milosevic.
Come riferiscono i media, a Radomir Markovic e Milan Radonjic – rispettivamente capo nazionale dei servizi e responsabile dei servizi di sicurezza per Belgrado – sono stati inflitti 30 anni di reclusione ciascuno, mentre gli altri due agenti della sicurezza Miroslav Kurak e Ratko Romic sono stati condannati entrambi a 20 anni di carcere. Sia la procura che la difesa possono presentare ricorso alla Corte di appello.
Slavko Curuvija, proprietario di due giornali indipendenti, fu ucciso a Belgrado l’11 aprile 1999, nel giorno della Pasqua ortodossa, pochi giorni dopo l’inizio dei bombardamenti Nato contro la Serbia per indurre il regime di Milosevic a porre fine alle repressioni e a ritirare le sue truppe dal Kosovo.
Curuvija era noto per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti dell’allora uomo forte di Belgrado, e la sentenza – la prima per l’uccisione di un giornalista – è giunta a 20 anni dal suo assassinio. Non è stata fatta ancora luce sull’omicidio di altri due giornalisti serbi – Dada Vujasinovic e Milan Pantic, assassinati rispettivamente nel 1994 e nel 2001. (ansamed)
Tra i 20 e i 30 anni di carcere agli ex agenti dei servizi per l’omicidio di Slavko Curuvija