NEW YORK (Usa) – Twitter ha intentato una causa in Turchia: ha fatto ricorso dopo essersi visto comminare dal Garante delle Comunicazioni locale una multa di 150.000 lire turche (50.000 dollari) per quella che è stata definita “propaganda terroristica”. Sembra che la multa faccia riferimento ad alcuni tweet legati al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che il governo turco ha bollato come organizzazione terroristica.
Secondo una fonte del Financial Times, i tweet sarebbero stati postati da un account critico verso Ankara. Ne sarebbe stata chiesta la rimozione, apparentemente non rispettata.
Mercoledì il ministro dei trasporti turco Binali Yildirim ha dichiarato che la Turchia rimarrà ferma sulle sue posizioni: “Twitter deve pagare”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta assumendo un atteggiamento sempre più polemico nel gestire i rapporti del suo Paese con l’Occidente e una posizione sempre più ferma contro i social media.
Il governo turco in passato ha bloccato temporaneamente l’accesso a Twitter, YouTube e Facebook, quando questi venivano meno alla richiesta di rimuovere contenuti giudicati inappropriati. A detta di Twitter, la Turchia è tra i Paesi che più spesso fanno quel tipo di richiesta.
Non è la prima volta che le relazioni tra Twitter e Turchia si sono incrinate. Nel 2014 il cofondatore e amministratore delegato Jack Dorsey aveva scritto un “cinguettio” consigliando agli utenti turchi metodi per circumnavigare il blocco temporaneo all’accesso al sito di microblogging. (Askanews)
Il social del cinguettii dovrebbe pagare 50mila dollari per “propaganda terroristica”