Senaldi: “Facciamo tutto alla luce del sole”. Feltri: “Noi siamo come Trump”

Twitter blocca Libero: “Attività sospetta”

MILANO – «I social pensano di rappresentare il mondo, ma ne riflettono solo la parte più becera. Ieri sera sul profilo Twitter di Libero è apparsa una scritta misteriosa: “Attenzione, questo account è temporaneamente limitato poiché ha eseguito attività sospette. Vuoi proseguire”. Scritta intimidatoria. Non vorremmo mai che chi avesse proseguito e si fosse inoltrato nella lettura del nostro profilo Twitter corresse il rischio di essere censurato».

Pietro Senaldi

La denuncia è di Pietro Senaldi, direttore del quotidiano Libero, che nell’editoriale di oggi spiega che ieri sera Twitter ha “limitato temporaneamente” l’account del quotidiano «limitando la diffusione dei nostri cinguettii e ci sta impedendo di farne di nuovi. Ancora non ci è chiara la ragione: basta consultare il nostro feed per rendersi conto che, ragionevolmente, non c’è alcun contenuto che vìoli gli standard della comunità (così come riconosciuto da altre testate nazionali che hanno ripreso la vicenda del “ban” che ci ha colpito)».
«Si ricorda – spiega Libero – che simili limitazioni possono scattare in seguito anche a un numero di segnalazioni del nostro account da parte di singoli individui: in questi casi il blocco – se ingiustificato, come sembra essere in questo caso – è molto limitato nel tempo. Stiamo indagando su quanto accaduto e contiamo di tornare presto a cinguettare».
«Al momento – scrive Senaldi – non sappiamo il motivo del bando a cui siamo stati sottoposti e che, in un certo senso, accomuna la nostra sorte a quella di Donald Trump, espulso dal social giorni fa e sulla cui cacciata si è aperto un dibattito internazionale sui limiti che Twitter sta imponendo alla libertà di espressione e alla democrazia. Due giorni fa, il nostro direttore editoriale, Vittorio Feltri, ha subito la stessa sorte dell’ex presidente Usa per aver scritto di essere felice che Greta Thunberg abbia compiuto diciotto anni, perché così può serenamente mandarla a scopare il mare. I cervelloni Usa hanno interpretato il detto popolare come una frase sessista, prendendo fischi per fiaschi».
«Ci auguriamo – aggiunge il direttore di Libero – che la censura di cui siamo vittime sia figlia di un errore tecnico o di mera ignoranza, o addirittura che sia il frutto di un tentativo di hackeraggio del nostro profilo twitter e non abbia invece natura politica.

Donald Trump

Purtroppo al momento in cui scriviamo non siamo in grado di appurarlo visto che i social americani sono delle identità spersonalizzate, dove non si capisce mai chi ha le responsabilità delle scelte, anche le più liberticide».
«Pur non essendo dediti ad attività sospette e anzi avendo la sola colpa di fare tutto alla luce del sole, non ci sentiamo di escludere – afferma Senaldi – di essere oggetto di un attacco politico anche semplicemente per aver detto che Trump, pur avendo rotto le scatole, ha governato bene e non andava cacciato dai social, o per chissà quale altra cosa possiamo aver scritto che non garba ai nuovi padroni dell’informazione globale, che tendono a togliere la parola a chiunque non si adegui al loro pensiero. Così facendo, anziché allargare la loro comunità e veicolare le loro opinioni, i re dei social si chiuderanno in una autoreferenziale torre d’avorio. Viva la stampa e la carta stampata, che in democrazia ancora non subisce censure, fatto salvo per qualche tentativo dell’Ordine dei giornalisti, e dove soprattutto chi scrive e prende le decisioni ha il coraggio di metterci la firma».

Vittorio Feltri

In chiusura, il direttore di Libero cita Feltri, secondo il quale «twitter, azienda privata, ha diritto di censurare chi vuole. Ma ormai comandano un’ignoranza e una stupidità senza freni», per concludere che «nulla è più politicamente scorretto di esse».
Commentando il caso con l’Adnkronos, Feltri non si è, infatti, fatto sfuggire l’occasione per sparare una delle sue bordate: «Non me ne frega un caz… Noi siamo come Trump, va bene. Io ritengo che twitter sia guidato da una banda di poveri ignoranti che non capiscono le parole, penso possano avere  interpretato male alcuni interventi. Mi fa anche piacere sottolineare  la loro ignoranza. Sono cose incredibili! Ma penso anche che twitter abbia tutto il diritto di censurare, è un privato e i privati fanno quello che vogliono. C’è una ignoranza dominante e una stupidità senza freni che comanda. Libero come Trump!». (giornalistitalia.it)

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