Con la decisione di chiudere 144 operatori di rete locale dopo 40 anni di attività

Tv: con la legge di stabilità 2000 posti a rischio

Luigi Bardelli

Luigi Bardelli

ROMA – “La grande difficoltà che sta vivendo, in questo momento, l’intero comparto radiotelevisivo locale” è stata al centro dell’intervento di Luigi Bardelli, presidente di Corallo e componente dell’esecutivo Aeranti-Corallo, in occasione del convegno annuale sull’emittenza radio-televisiva locale, satellitare e su internet.
Bardelli, evidenziando il “totale dissenso di Aeranti-Corallo in ordine ai provvedimenti assunti con la legge di stabilità 2015”, ritiene, infatti, “impensabile che dopo 40 anni di attività si vogliano chiudere 144 operatori di rete televisivi locali, mettendo a rischio anche l’occupazione di oltre 2000 lavoratori. Una scelta – ha aggiunto – assunta senza rispettare il principio della riserva di un terzo delle frequenze a favore delle tv locali, che avrebbe imposto che le problematiche di compatibilizzazione con i paesi esteri confinanti non venissero poste esclusivamente a carico del settore televisivo locale”.
Secondo il presidente di Corallo, insomma, “manca una visione d’insieme nel nostro Paese: il caso delle interferenze e l’ipotesi di dover liberare altri canali per cederli alle società telefoniche dicono che l’Italia non può omologarsi a una prospettiva europea che non tiene conto della ricchezza tutta italiana rappresentata dall’emittenza locale. È un patrimonio che occorre tutelare e non smantellare”.
Bardelli ha, inoltre, evidenziato “l’importanza di confermare le attuali numerazioni Lcn” ritenendo “impensabile che dopo 5 anni di utilizzo delle attuali numerazioni, le stesse vengano modificate, in quanto ciò penalizzerebbe enormemente il comparto televisivo locale, dato che le tv locali cesserebbero di essere visibili dai propri telespettatori sino alla risintonizzazione di televisori e decoder”.
“Le emittenti locali – ha concluso Bardelli – rappresentano la voce del territorio e, da sempre, assolvono a una importantissima funzione sociale. Sta alla sensibilità della politica, chiamata oggi a decidere, di non spegnere questa voce, magari in ottemperanza a presunte omologazioni europee”. (giornalistitalia.it)

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