ISTANBUL (Turchia) – Un mandato d’arresto nei confronti di 47 giornalisti per presunti legami con la rete di Fethullah Gulen, il magnate islamico accusato da Ankara del fallito golpe, autoesiliatosi negli Stati Uniti. Ad emetterlo, oggi, sono state le autorità turche.
Tra i 47 giornalisti destinatari del provvedimento ci sono “dirigenti e personale di Zaman, compresi editorialisti”, riferisce la Cnn Turk, nel ricordare che in manette è già finito il noto editorialista del quotidiano – la testata d’opposizione sequestrata a marzo – Sahin Alpay, arrestato all’alba nella sua casa nel distretto di Besiktas, ad Istanbul. Della lista fanno parte anche gli ex direttori dell’edizione inglese del giornale, Bulent Kenes e Sevgi Akarcesme. Insieme a loro, altre figure di spicco del gruppo editoriale Zaman: Ali Bulac, Abdulhamit Bilici, Mehmet Kamis e Mumtazer Turkone. Sono tutti accusati di far parte di un’organizzazione terroristica armata e del tentativo di colpo di Stato per rovesciare il governo.
Continua, dunque, la linea dura di Erdogan che sta mettendo in atto una vera e propria epurazione di massa. Lunedì scorso erano stati, infatti, arrestati 42 giornalisti con la stessa accusa.
Non è difficile, d’altronde, afferrare le ragioni della volontà del presidente turco di chiudere la bocca a Zaman e ai suoi giornalisti: il quotidiano è stato sempre molto critico nei confronti di Erdogan e del governo monocolore del Partito di giustizia e sviluppo (Akp).
Sono quasi tutti del quotidiano Zaman, il giornale d’opposizione sequestrato a marzo