Erhan Tunnel, Yasin Hayal e Ogun Samast uccisero il giornalista armeno 12 anni fa

Turchia: assassinio Hrant Dink, 109 anni di carcere

Hrant Dink (foto Armenpress): più volte, in questi anni, il suo è stato definito un omicidio di Stato

ISTANBUL (Turchia) – A più di 12 anni dall’assassinio del giornalista di origini armene Hrant Dink, all’epoca direttore del quotidiano Agos, freddato fuori dal proprio ufficio di Istanbul, a sorpresa ieri pomeriggio è arrivata una pronuncia di una corte di Istanbul che condanna a 99 anni e 6 mesi Erhan Tuncel, a 7 anni e 6 mesi Yasin Hayal e a 2 anni e 6 mesi Ogun Samast.
Un processo passato negli anni attraverso depistaggi, contraddizioni, lunghi stop, che mai è giunto, però, a una verità assoluta su autori e mandanti dell’assassinio di Dink. In passato tutta la responsabilità fu addossata a Samast, allora diciassettenne, proveniente dalla città di Trabzon, covo di gruppi ultranazionalisti.
Samast fu condannato in primo grado a 22 anni e 10 mesi, ma era chiaro che non poteva aver agito da solo. In base alle
risultanze del processo, il mandante sarebbe risultato essere Yasin Hayal, già autore di un attentato bomba a un McDonald’s di Trabzon, colpevole di servire cibo durante il Ramadan.
Hayal, nella circostanza, fu aiutato da Erhan Tunnel, entrambi membri di un gruppo ultranazionalista attivo nella cittaàdel Mar Nero e ora condannato a 99 anni e mezzo. Tunnel, all’epoca vicino ai servizi segreti, informò la polizia del piano di Hayal per uccidere Dink un anno prima del delitto. È stato provato che tre diversi commissariati di Istanbul avevano avuto notizia del piano per uccidere Dink. Da qui è partita un’altra indagine nei confronti dei 26 ufficiali accusati di negligenza, che dopo anni di immobilità è stata restituita nel 2016 al pm Gokalp Gokcu, spesso titolare di inchieste relative attacchi terroristici.
A rallentare i tempi il fatto che Gokcu era stato precedentemente trasferito in una sezione non competente per reati di terrorismo, dal quale aveva fatto partire la prima richiesta di rinvio a giudizio, respinta per incompetenza i primi di novembre. Circostanza che ha fatto arenare il processo fino a sfiorare una prescrizione evitata solo dalla volontà dei familiari del giornalista. (agi)

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