La condanna di Ziya Ataman, un avvertimento per tutta la stampa scomoda

Turchia: 14 anni di carcere al giornalista curdo

Ziya Ataman

ISTANBUL (Turchia) – Il giornalista curdo Ziya Ataman, ex corrispondente dell’agenzia Diha, è stato condannato a 14 anni e 2 mesi di reclusione con l’accusa di far parte dell’organizzazione terroristica separatista curda Pkk. Ataman ha già trascorso 3 anni in stato di detenzione, a causa delle norme vigenti in Turchia relative alla custodia cautelare in carcere in attesa di processo.
La sentenza, però, suona come un avvertimento a tutti i giornalisti che, di etnia curda o meno, decidano di approfondire la cosiddetta “questione curda” e il conflitto tra Ankara e i separatisti del Pkk. La sentenza fa discutere anche perché Ziya Ataman fu arrestato inizialmente con l’accusa di aver preso parte a un attacco sferrato dalle milizie del Pkk nel 2015 contro un convoglio militare turco a Beytussebap, una località del sud-est del Paese.
Un’accusa basata su una testimonianza poi ritrattata un anno dopo, con il testimone che ha dichiarato che la dichiarazione gli fu estorta sotto tortura.
Il fascicolo d’accusa si basa anche sul fatto che i dati personali di Ataman sarebbero stati trovati in un laptop appartenente a un miliziano del Pkk.
«È evidente che il mio cliente non ha nulla a che fare con l’attacco di Beytussebap. Il fatto che i suoi dati fossero in possesso del Pkk non significa nulla, sono dati che possono essere stati presi da un libro o da altre fonti, e il fatto che fossero in un laptop comunque non è verificabile», ha dichiarato l’avvocato del giornalista, Zelal Dogan, che annuncia ricorso contro la sentenza.
Va, inoltre, ricordato che il procedimento a carico di Ataman partì su iniziativa di due magistrati in seguito arrestati per presunti legami con la rete golpista di Fetullah Gulen. Un giro di vite che, oltre alla magistratura, non risparmiò gli organi di stampa, con circa 130 media chiusi, tra cui la stessa agenzia Diha per cui Ataman lavorava.
L’Unione dei giornalisti turchi, in un rapporto pubblicato a maggio scorso, rese noto che nei 12 mesi precedenti la stesura del documento ben 74 giornalisti erano stati condannati a un totale di 256 anni di carcere in tutto il Paese. (agi)

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