PECHINO (Cina) – Un drammatico documentario sulla cappa di smog che avvelena Pechino scuote il mondo di Internet in Cina: da sabato, è stato visto da oltre 155 milioni di persone. L’autrice è Chai Jing, una notissima ex giornalista della tv di Stato, la CCTV, che ha raccontato di come ha dovuto abbandonare una carriera di successo per stare vicino alla figlia neonata, a cui è stato diagnosticato un tumore benigno quando era ancora nel grembo materno. La piccola è stata operata d’urgenza subito dopo il parto.
Il film, ha spiegato l’ex giornalista al Global Times, è stato il frutto della sua “battaglia personale” in nome della piccola, evidentemente collegando il tumore all’inquinamento.
Girato nello stile Al Gore, “Under the Dome” è già un cult: il titolo è preso in prestito dal nome di una serie tv americana in cui una città intera rimane intrappolata sotto una misteriosa cupola. Ma la cupola a cui tutti pensano guardando il documentario (103 minuti di durata, con interviste, analisi, dati ufficiali e non, disegni animati) è la cappa di smog che ricopre le città cinesi.
“Devo tenere mia figlia in casa come una prigioniera”, dice Chai nel documentario, rivolta al pubblico, esattamente come l’ex presidente americano in An Inconvenient Truth, il pluripremiato documentario sul cambiamento climatico.
Perfetta la tempistica di uscita: proprio questa settimana si apre il Congresso nazionale del popolo, il Parlamento del Paese, che terrà la sua relazione annuale. Chen Jining, nominato ministro per la protezione ambientale proprio la scorsa settimana, ha già detto di aver visto il film interamente e che dovrebbe “incoraggiare gli sforzi degli indivui a migliorare la qualità dell’aria”. (Agi)
Il documentario girato da una nota ex cronista della Tv di Stato è diventato un cult