WASHINGTON (Usa) – L’incontro tra Donald Trump e il New York Times ci sarà. Lo staff del presidente eletto ha confermato la riunione al quotidiano newyorkese, dopo che Trump aveva cancellato il faccia a faccia, sostenendo che il New York Times lo segue “in modo non accurato e con un tono cattivo”.
Il vicepresidente per le comunicazioni del quotidiano Eileen Murphy, ha spiegato che Trump incontrerà prima gli editori “off the record” e poi i giornalisti, “on the record”.
Trump, dal giorno dell’elezione, lo scorso 8 novembre, non ha tenuto alcuna conferenza stampa (Obama, all’indomani del suo primo mandato, aveva convocato la stampa appena tre giorni dall’elezione, rispondendo a domande a tutto campo, persino sulla razza del cane che avrebbe portato ala Casa Bianca per le figlia Malia e Sasha).
Oltre ai “tweed”, Trump finora si è limitato a rilasciare un’intervista a tutto campo alla Cbs e a registrare un video messaggio con le priorità per i primi 100 giorni. Lunedì ha ricevuto manager e anchor dei cinque principali network televisivi americani: Abc, Nbc, Cbs, Cnn e Fox News, alla Trump Tower. Oggi era la volta del New York Times, l’autorevole quotidiano che negli ultimi mesi è stato tra quelli più incisivi nel fare le pulci alla sua candidatura. E invece non se ne farà nulla: di buon mattino, alle 6 ora americana, il presidente ha annullato l’incontro.
Trump aveva spiegato in un tweet che il quotidiano (lo chiama “il deludente NyTimes”) ha cambiato “termini e condizioni dell’incontro all’ultimo momento”. Gli aveva risposto M. Murphy, specificando che “non ci siamo resi conto dell’incontro cancellato fino al «tweed» di stamane. Non abbiamo affatto cambiato le «regole del gioco» né, tantomeno, tentato di farlo. Ci hanno provato loro (lunedì,ndr) chiedendo solo un incontro privato senza alcuna parte di cui si potesse scrivere, cosa che noi abbiamo rifiutato. Alla fine, avevamo concordato di tornare al piano originale, un breve momento off-the-record e poi una sessione più ampia con giornalisti e editorialisti”. (agi)
La satira dell’Huffington Post: “Via la Statua della Libertà”
NEW YORK (Usa) – La satira dell’Huffington Post graffia Donald Trump, affermando che il presidente eletto non vorrebbe più vedere la Statua della Libertà, “simbolo dell’immigrazione selvaggia”. In un articolo del giornalista satirico Christopher Lamb, professore di giornalismo all’Indiana University di Indianapolis, la testata Usa immagina un Trump che non vorrebbe più vedere la donna con la fiaccola della libertà che da secoli accoglie chi arriva a New York via mare.
Nello scambio immaginario con un giornalista in una conferenza stampa nelle Trump Tower, quartier generale del magnate, il presidente eletto esordisce: “Non ha senso dire al mondo che non si può venire qui a meno che non si è invitati, e poi vedere questa anacronistica vecchietta in piedi, fuori dal nostro Paese, a dire di venire da noi e stare tutto il tempo che si vuole”.
Trump, pur ammettendo di non ricordare le parole scritte sul piedistallo della statua, sentenzia: “Vanno contro a quello in cui credono tutti i suoi sostenitori”. “Cosa dice – ha chiesto Trump ai presenti – la Statua della Libertà” ? Non lo so. Onestamente, ho vissuto tutta la mia vita a New York, ma non sono mai andato là. Perché qualcuno dovrebbe andarci? Nessuno ci va”.
Un giornalista gli ricorda i versi del sonetto scritto dalla poetessa Emma Lazarus, ispirati non dal concetto di libertà, ma da una presa di coscienza dopo una visita nei quartieri di quarantena degli immigrati in attesa nel porto di New York: “Tenetevi, o antiche terre, la vostra vana pompa – grida essa con le silenti labbra – Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifuti miserabili della vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste, e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata”.
Ma la risposta del presidente eletto è “Davvero? I tuoi stanchi? I tuoi poveri? I tuoi miseri rifiuti? I senzatetto? Ecco, è questo il modo in cui sono tutti arrivati qui? Quando l’Europa manda la sua gente, non stanno inviando da noi il meglio”, ha detto roteando gli occhi. “Chi – aggiunge – ha bisogno di queste persone? Si potrebbe anche dire «dateci i vostri stupratori, i vostri criminali, i vostri spacciatori, i vostri terroristi»”. A quel punto il presidente eletto spiega che il Paese ha bisogno di mettere in sicurezza i suoi confini, per impedire l’ingresso di immigrati senza documenti.
“Come Melania?”, chiede a quel punto un giornalista, che viene subito ammanettato e portato via. Durante la campagna elettorale una parte della stampa Usa avanzò il sospetto che la moglie di Trump, ex modella di origini slovene, il cui cognome è Knauss, negli anni ’90 avesse svolto la sua attività di modella negli Usa senza permesso di lavoro. Notizie smentite dalla futura first lady. (agi)