ROMA – Sta assumendo i contorni di un possibile attentato islamista contro le truppe russe, colpevoli di essersi schierate al fianco di Bashar Assad a settembre del 2015, cambiando le sorti del conflitto, la tragedia del Tupolev Tu-154. Il jet si è inabissato nel Mar Nero subito dopo il decollo da Sochi uccidendo tutte le 92 persone a bordo, tra cui 9 giornalistici canali televisivi Ntv, Pervy Kanal e Zvezda e 64 membri del coro dell’Armata Rossa, icona russa per eccellenza, che stava andando proprio in Siria alla base aerea di Hmeimim, presso Latakia per cantare per i soldati vittoriosi.
Il canale televisivo Zvezda ha riferito che a bordo dell’aereo c’erano il corrispondente Pavel Obukhov e l’operatore Alexander Suranov e l’assistente Valeri Rzhevski. Pervy Kanal, dal canto suo, ha confermato la presenza del corrispondente Dmitri Runkov, dell’operatore Vadim Denisov e del tecnico del suono Alexander Soidov. Infine, Ntv ha annunciato che il corrispondente Mikhail Luzhetski, l’operatore Oleg Pestov e il tecnico del suono Evgeny Tolstov erano tra i passeggeri del Tupolev precipitato.
Tutto è iniziato in piena notte quando il trireattore militare Tu-154 decolla da Sochi per scomparire dai radar due minuti dopo essersi staccatosi dalla pista alle 5,27 locali (le 3,27 ora italiana). Il jet è precipitato a soli 1,5 km dalla costa e i detriti sono sparsi in una vasta aerea – a causa delle forti correnti sottomarine – ad una profondità tra i 50 ed i 70 metri.
Le scatole nere non state ancora trovate perché a differenza di quelle in uso sui jet di linea non hanno una segnalatore di posizione e andranno, quindi, trovate perlustrando palmo a palmo il fondo del mare.
Il ministro dei trasporti, Maxim Sokolov, ha sostenuto che il Tu-154 precipitato era “in buone condizioni”: l’aereo aveva accumulato 6.689 ore di volo dal 1983, era stato sottoposto a lavori di riparazione nel 2014 e revisionato nel settembre scorso. È stato Sokolov, smentendo l’iniziale posizione russa negazionista dell’ipotesi attentato, ad rimetterla in ballo: “È prematuro parlare di un atto di terrorismo, ma anche questa teoria deve essere presa in considerazione” ha detto il ministro.
L’attentato, ove fosse provato, potrebbe essere stato realizzato non solo con un ordigno piazzato a bordo, ma anche attraverso il lancio di un missile a ricerca di calore “spalleggiabile” come gli Strela russi o gli Stinger Usa, da cui il jet, benché dell’aeronautica militare, non aveva difesa in quanto mezzo di trasporto e non da guerra.
A far propendere per questa ipotesi il fatto che il jet, scomparso dai radar due minuti dopo il decollo, fosse ancora basso. In precedenza già una fonte della sicurezza russa non aveva escluso che possa essere stato un attentato a far schiantare nel Mar Nero il Tupolev-154 diretto in Siria.
“La possibilità di un attacco terroristico è un’opzione”, ha spiegato la fonte al sito Lenta.Ru, “non può essere confermata o esclusa finche non avremo le informazioni dei registratori di volo, ma viene presa in considerazione”.
La stessa fonte ha sottolineato che sui voli militari le ispezioni sugli aerei e i controlli possono essere meno rigidi rispetto a quelli per i voli civili: “A volte questo mette un brivido”, hanno spiegato. Il fatto che l’aereo fosse diretto in Siria e con a bordo il coro dell’Armata Rossa lo rendeva l’obiettivo ideale per un’azione terroristica islamista.
Il Tu-154 è considerato “il mulo da carico” dei cieli prima sovietici e ora russi. Ne sono stati costruiti dal 1968 al 2013 ben 1.026 esemplari. Ne sono rimasti attivi circa 50 tutti nell’aeronautica militare russa o presso compagnie minori di ex paesi satelliti di Mosca. L’autonomia è di 5.280 chilometri ed può operare da piste non asfaltate o da aeroporti preparati sommariamente solo con ghiaia. Viene spesso utilizzato nelle regioni artiche all’estremità settentrionale del territorio russo, in zone dove gli aeroporti possono avere infrastrutture solo rudimentali.
La cellula di un Tu-154 ha una vita operativa di 45.000 ore di volo, ma è in grado di estendersi fino ad 80.000 ore con adeguata manutenzione. Proprio l’alto numero di esemplari prodotti lo ha reso protagonista di numerosi incidenti e attentati: il 24 agosto 2004, in Russia, un Tu-154 esplose in volo per la deflagrazione di una bomba portata a bordo da una terrorista-kamikaze indipendentista cecena; il 15 luglio 2009 circa 20 minuti dopo il decollo da Teheran, a causa di un incendio al motore un Tupolev Tu-154 della Caspian Airlines si schiantò al suolo, provocando 168 vittime; il 10 aprile 2010 a Smolensk in Russia precipita un Tu-154. Tra i 96 morti anche il presidente polacco Lech Kaczyskicon la moglie Maria. (agi)
Tu-154, storia e incidenti del “mulo dei cieli” russi
ROMA – Il Tupolev Tu-154, come quello inabissatosi stanotte 2 minuti dopo il decollo nelle acque del Mar Nero, causando la morte di tutte le 92 persone a bordo, è stato uno degli aerei di maggior successo dell’aviazione civile e militare sovietica e poi russa anche se è stato protagonista di diversi incidenti.
Costruito dal 1968 al 2013 in ben 1.026 esemplari è un jet trimotore destinato rotte di medio raggio, sviluppato in Unione Sovietica nella metà degli anni Sessanta. È stato il “cavallo da tiro” delle linee aeree sovietiche per parecchi decenni, prestando servizio su oltre un sesto delle terre emerse del mondo e trasportando circa la metà dei passeggeri dell’Aeroflot.
Il velivolo è stato, inoltre, esportato al di fuori dall’Unione Sovietica ed impiegato da circa 17 linee aeree non russe e da un certo numero di aeronautiche militari. Rimane l’aereo di linea standard per i voli interni attraverso la Russia ed in altri stati in precedenza appartenenti al Patto di Varsavia.
Il Tu-154 è uno dei velivoli civili più veloci del mondo tra quelli in servizio: è in grado di raggiungere una velocità di crociera di 975 km/ora. L’autonomia è di 5.280 chilometri ed può operare da piste non asfaltate o da aeroporti preparati sommariamente solo con ghiaia. Viene spesso utilizzato nelle regioni artiche all’estremità settentrionale del territorio russo, in zone dove gli aeroporti possono avere infrastrutture solo rudimentali.
La cellula di un Tu-154 ha una vita operativa di 45.000 ore di volo, ma è in grado di estendersi fino ad 80.000 ore con adeguata manutenzione.
Nella notte del primo luglio 2002 un Tupolev Tu-154 che operava sul volo Bashkirian Airlines 2937 in volo tra Mosca e Barcellona entrò in collisione con il volo 611, un Boeing 757 della DHL in volo tra Bergamo e Bruxelles causando la collisione di Ueberlingen nei cieli tedeschi. Nell’incidente persero la vita 71 persone: i 60 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio a bordo del Tupolev e i 2 piloti a bordo del Boeing.
Il 24 agosto 2004, in Russia, un Tu-154 esplose in volo per la deflagrazione di una bomba portata a bordo da una terrorista-kamikaze indipendentista cecena – il 15 luglio 2009 circa 20 minuti dopo il decollo da Teheran, a causa di un incendio al motore un Tupolev Tu-154 della Caspian Airlines si schiantò al suolo, provocando 168 vittime — il 24 gennaio 2010 un Tupolev Tu-154M precipita in fase di atterraggio a Mashhad in Iran senza provocare vittime.
Il 10 aprile 2010 a Smolensk in Russia precipita un Tu-151. Tra i 96 morti anche il presidente polacco Lech Kaczyskicon la moglie Maria. Da allora l’aeronautica militare polacca ha ritirato i due esemplari in uso.
Il 4 dicembre 2010, un Tupolev Tu-154M della russa Daghestan Airlines ha effettuato un atterraggio di emergenza all’aeroporto Domodedovo di Mosca con due propulsori su tre fuori uso. Nella manovra sono morte due persone, mentre ci sono state decine di feriti gravi.
Il primo gennaio 2011, un Tupolev Tu-154 della compagnia russa Kolavia ha preso fuoco ed è esploso durante la fase di rullaggio all’aeroporto di Surgut, tre persone sono morte e 46 quelle ferite (intossicazione da fumo) su 116 passeggeri più 8 membri dell’equipaggio. (agi)