ROMA – «Rivendico il merito di essermi circondato tutti i giorni di persone migliori di me». Con queste parole, dopo quindici anni di presidenza del Touring Club Italiano, Franco Iseppi ha passato a Gian Domenico Auricchio il testimone della nuova Fondazione TCI. Una frase lapidaria che ha fatto scattare in piedi tutti i partecipanti alla celebrazione del 130° anniversario del Touring Club Italiano, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, seduto nella prima fila di una gremita sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Piazza di Pietra, sede della Camera di Commercio di Roma. Una frase che racchiude la missione del Touring Club Italiano, “inclusione e rispetto dell’ambiente”, come ha poi ricordato Auricchio, ma soprattutto sottolinea quella che dovrebbe essere la più elementare delle regole: circondarsi di persone migliori per imparare, crescere insieme e far crescere il Paese.
È, partito, infatti, dalla Capitale, alla presenza del Capo dello Stato, il viaggio del Touring Club Italiano per le celebrazioni del 130° anniversario del TCI. Un traguardo fatto di passione per la cultura e il territorio del Bel Paese che, in oltre un secolo, ha segnato il nuovo modo di viaggiare, anticipando tempi e mode.
Il Touring Club Italiano, fondato nel 1894 Luigi Vittorio Bertarelli e altri 56 ciclisti con l’ambizione di prendersi cura dell’Italia come bene comune, ha segnato un percorso unico nella nostra storia.
Da 130 anni si impegna a tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, paesaggistico ed enogastronomico italiano, promuovendo un turismo etico, responsabile e sostenibile, capace di coniugare tradizione e innovazione.
Padrone di casa Lorenzo Tagliavanti, presidente Camera di Commercio di Roma, che ha esordito ricordando che «da sempre, le tante reti che attraversano il tessuto sociale del nostro Paese rappresentano la sua grande forza. Le libere associazioni sono il pilastro di qualsiasi democrazia. E un’associazione come il Touring Club Italiano, divenuta ora fondazione, assume particolare rilievo. L’aver scelto la nostra sede per celebrare i suoi 130 anni di storia, alla presenza del Presidente della Repubblica, è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione».
«La Camera di Commercio di Roma, il luogo in cui si realizza l’incontro fra l’agire delle Istituzioni e delle imprese, opera, infatti, per supportare l’attività delle imprese e, insieme, per accompagnarle – ha aggiunto Tagliavanti –nelle difficili sfide della transizione energetica e digitale. È, dunque, motore propulsivo di un’innovazione che è, insieme, sociale ed economica».
Dal canto suo, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha affermato che «il Touring Club Italiano è una delle più importanti istituzioni culturali del nostro Paese. Centotrent’anni fa, fatta l’Italia bisognava fare gli italiani, anche attraverso la scoperta del territorio, nella sua diversità e nella sua unità, facendo appassionare e facendo scoprire ai viaggiatori tutte le bellezze di un patrimonio unico. In questo secolo e oltre di storia del Touring Club, la concezione stessa del turismo è notevolmente mutata e si è sviluppata verso nuove frontiere, rendendo necessario attrezzarci per sfruttare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie».
Il Touring Club Italiano, infatti, ci offre un bellissimo esempio con la sua App “In viaggio”, uno strumento molto innovativo e apprezzato, con l’offerta digitale delle sue guide e dei suoi podcast. Anche Roma Capitale si è mossa su questo fronte e a breve lanceremo Julia, la Virtual Assistant di Roma, che utilizza le versioni più avanzate dell’intelligenza artificiale per dialogare con i turisti e i romani in più di 60 lingue.
«La nostra città – ha concluso Gualtieri – chiuderà il 2024 con circa 50 milioni di presenze e si troverà ad affrontare una sfida senza precedenti come quella del Giubileo. Dobbiamo innanzitutto puntare sempre più su un’offerta diversificata e diffusa anche di esperienze. In questo senso una realtà autorevole come il Touring Club è un alleato fondamentale della Capitale, per promuovere nella sua intera ricchezza l’offerta di esperienze».
La celebrazione dei 130 anni è stata occasione per ufficializzare il passaggio di consegne tra il presidente uscente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e il nuovo presidente della Fondazione, Gian Domenico Auricchio. «Questo importante compleanno e il convegno – ha spiegato Iseppi – mi sono sembrati la migliore scenografia in cui ambientare la conclusione del mio mandato.
Sono passati quasi quindici anni da quando ho avuto l’onore di assumere la presidenza del TCI, anni in cui l’Italia ha vissuto un periodo di profonde trasformazioni e in cui ho lavorato duramente per ritrovare la nostra identità e costruire una nuova visione per il futuro». «Un percorso c– ha spiegato Iseppi – che ha avuto il suo approdo nella trasformazione in Fondazione concluso all’inizio di quest’anno, il che riflette la nostra evoluzione in una “comunità di appartenenza” unita attorno a valori condivisi e obiettivi chiari. Nel prossimo futuro sono certo che questo impegno di rinnovamento e rigenerazione continuerà sotto la guida di Gian Domenico Auricchio. Seguendo la linea tracciata finora, saprà guidare la nostra Fondazione con grande competenza negli anni a venire, continuando a privilegiare l’aggiornamento del nostro pensiero e i nostri valori fondativi».
Il Consiglio Direttivo, riunitosi proprio nella giornata di ieri, ha infatti deliberato la nomina di Gian Domenico Auricchio a nuovo presidente della Fondazione.
«È per me un grande onore – ha esordito Auricchio – iniziare il mio mandato celebrando questo splendido traguardo dei 130 anni. Dal 1894 siamo i custodi del valore del viaggio come strumento di scoperta e conoscenza, di inclusione e rispetto dell’ambiente e delle comunità ospitanti. C’è un filo rosso evidente che lega la nostra opera di “cucitura” dei territori: il pensiero costantemente rivolto non tanto alla conservazione e non solo alla valorizzazione, ma soprattutto a ciò che lasceremo alle generazioni future. Il Touring, ad esempio, crede fermamente che nei borghi risieda un potenziale inesplorato, una possibilità unica per differenziare il prodotto turistico nazionale».
«Con questa convinzione – ha sottolineato Auricchio – abbiamo organizzato questo incontro, dedicato a un tema che guarda lontano e che continuerà ad animare il nostro impegno, convinti che il cammino intrapreso condurrà a un futuro in cui l’Italia si potrà riscoprire e rinnovare, insieme».
La tradizione si fa futuro. Da 130 anni insieme per l’Italia bene comune
Per celebrare il 130° anniversario dalla sua nascita, il Touring Club Italiano ha organizzato un evento speciale incentrato sul tema dei borghi, che esalta la particolarità del TCI di guardare all’autentico, per esplorare le sfide e le opportunità legate alle aree interne nel contesto contemporaneo. I panel in programma, ciascuno con un focus specifico, hanno intrecciato innovazione sociale e digitale, valorizzazione delle comunità locali e il ruolo crescente delle nuove tecnologie nel raccontare e promuovere questi territori, in un’ottica sempre rinnovata e sostenibile dell’esperienza di viaggio.
L’evento è stato anche importante momento di condivisione di esperienze e best practices, che guarda alla costruzione di una visione di futuro unica, capace di restituire ai borghi la centralità che meritano, mettendo in luce il loro potenziale – stante la loro capillare diffusione sul territorio nazionale – come laboratori di innovazione culturale, sociale ed economica.
I borghi italiani sono tornati al centro dell’attenzione anche grazie al fenomeno del turismo di prossimità, che ha visto un’importante crescita anche dopo la pandemia, favorendo il turismo all’aria aperta e lento. Questi luoghi si sono rivelati fondamentali per la rigenerazione sostenibile dei territori, promuovendo un modello di sviluppo che unisce centro e periferia, migliorando la qualità della vita dei residenti e favorendo il ripopolamento. Il Touring ritiene da sempre che i borghi abbiano un potenziale inespresso, che può diversificare l’offerta turistica e contrastare l’overtourism che colpisce alcune località italiane. Per realizzare questo potenziale, è necessario investire nelle infrastrutture e migliorare l’accessibilità, la vivibilità e i servizi, inclusi quelli digitali, per combattere l’isolamento.
I dati sul turismo in Italia
Gli interventi che si sono susseguiti hanno inoltre offerto un quadro chiaro circa lo stato del turismo in Italia, che si conferma una meta fortemente desiderata, in particolare per il turismo lento, un trend sempre più in crescita anche tra i visitatori stranieri. Secondo le indagini di Ipsos, il 30% degli intervistati sceglierebbe l’Italia come meta di un viaggio premio, con la città di Roma citata nel 68% dei casi, seguita da Venezia (53%), Milano (47%), Firenze (34%) e Napoli (30%).
Al centro del dibattito anche il tema dell’overtourism che rappresenta un problema crescente, segnalato come causa di impatti negativi sulla vivibilità (51%), tensioni tra residenti e turisti (40%) e danni agli ecosistemi (38%).
I criteri di scelta per le vacanze – qualità di alloggi, ristorazione e contatto con la natura, in luoghi poco conosciuti – evidenziano inoltre come il turismo si stia orientando sempre più verso esperienze autentiche e di qualità. In questo contesto, la digitalizzazione si dimostra cruciale per indicare la giusta via ai turisti e per migliorare la comunicazione delle mete meno battute, con il 35% degli intervistati che consulta i siti istituzionali delle località di interesse per pianificare il proprio viaggio e il 33% che sceglie blog e forum online, mentre solo il 24% si confronta con i consigli di amici e conoscenti.
I dati presentati fotografano un’Italia che, pur mantenendo un forte appeal turistico, deve affrontare problemi strutturali per restare competitiva e sostenibile, attraverso la promozione di mete alternative, come borghi e aree interne, investimenti in percorsi e infrastrutture che favoriscano esperienze naturali e autentiche e la digitalizzazione dei servizi turistici.
L’attrattività turistica dei borghi e dei piccoli centri
Se il turismo è una componente fondamentale dell’economia del nostro Paese, diventa essenziale per il futuro di molti borghi e, più in generale, di tanti piccoli centri.
Nel 2023 il 22% dei circa 450 milioni di presenze totali registrate in Italia (pari a 98 milioni) si è concentrato negli oltre 5.500 comuni con meno di 5.000 abitanti tra cui troviamo ad esempio destinazioni montane dell’Alto Adige come Selva di Val Gardena e Scena, località di lago come Limone sul Garda e Malcesine o altre con affaccio sul mare come Bibbona, Ricadi o Capoliveri.
Si tratta spesso di comuni in cui la qualità della vita dei residenti è più elevata rispetto alla media nazionale nonostante una serie di criticità legate all’accessibilità ad alcuni servizi primari (come pronto soccorso, supermercati, farmacie) o all’invecchiamento della popolazione.
Questi comuni poi, oltre ad avere spesso un elevato valore storico e paesaggistico, hanno anche un’importante tradizione enogastronomica: il 93% di prodotti Dop e Igt del nostro Paese (297 su 321) riguarda infatti proprio i centri con meno di 5.000 abitanti.
La valorizzazione dei borghi attraverso il marchio “Bandiera Arancione”
Un percorso di valorizzazione territoriale che il Touring Club promuove anche attraverso il marchio Bandiera Arancione, il riconoscimento di qualità che dal 1998 attesta l’eccellenza turistica e ambientale di una località, assegnato a piccoli borghi che offrono ai visitatori esperienze di livello in vari ambiti, partendo proprio dalle necessità dei viaggiatori.
Queste località, oggi 290 distribuite in tutta Italia – con le ultime cinque certificazioni ottenute da Barrea (Aq), Caposele (Av), San Marco d’Alunzio (Me), Trarego Viggiona (Vb) e Urbania (Pu) – sono selezionate con rigore tra oltre 3.000 candidature, attraverso una valutazione basata su oltre 250 criteri d’analisi. Ogni borgo che riceve la Bandiera Arancione si distingue per essere un luogo “a misura d’uomo”, dove l’autenticità e la qualità dell’offerta turistica sono al centro.
L’approccio delle Bandiere Arancioni dimostra l’efficacia di una strategia turistica mirata: l’iniziativa del TCI ha avuto un impatto positivo sul turismo e sull’economia locale nei comuni certificati, con incrementi significativi in nuove strutture ricettive (+83%) e posti letto (+65%) nei comuni certificati, a dimostrazione che la promozione di qualità può tradursi in benefici concreti per il territorio.
Il Touring Club Italiano, infatti, non si limita a identificare e premiare i borghi eccellenti, ma si impegna a supportarli in un percorso di miglioramento continuo, orientato a modelli di crescita sostenibili e durevoli. L’obiettivo del TCI è accompagnare questi territori nell’adozione di pratiche che potenziano l’offerta turistica, attraverso azioni di formazione e piani di sviluppo personalizzati. (giornalistitalia.it)