Marco Pratellesi (Agi) a Dogliani con Vincenzo Morgante (Rai) ed Enrico Mentana (La7)

Tornare ai fondamentali del giornalismo

Marco Pratellesi, condirettore del’Agi

Marco Pratellesi

Enrico Mentana

Enrico Mentana

DOGLIANI (Cuneo) – Tornare ai fondamentali del giornalismo, alla ricerca della verità e dell’obiettività. È il messaggio che arriva dal Festival della TV e dei nuovi media di Dogliani, che vede al centro del dibattito la diffusione delle fake news.
“Dobbiamo ripartire dall’analisi dei nostri fallimenti. Non c’è dubbio che abbiamo fallito”, ha detto il condirettore dell’Agi Marco Pratellesi, che citando un testo di Walter Lippmann “non ci può essere legge più alta nel giornalismo che raccontare la verità e smascherare la menzogna”, spiega: “Noi questo lo abbiamo un po’ dimenticato. Negli ultimi 20 anni abbiamo rincorso le tecnologie, ma ci siamo dimenticati di parlare di obiettività e verità. Siamo diventati in qualche modo microfoni di altri facendoci così dettare l’agenda dagli altri”. Pratellesi ha citato il “Fact-checking” di Agi “che comporta un lavoro anche di sei, sette ore ma che ha l’obiettivo di ricostruire un metodo e percorso verso la verità”.
E la necessità di un ritorno ai fondamentali del giornalismo è sottolineata anche da Vincenzo Morgante, direttore Tgr Rai: “Non stiamo parlando di un fenomeno nuovo ma certamente di un tema strategico sotto il profilo democratico e culturale. Ora, però, rispetto al passato, con la rete le bufale si propagano più velocemente. Certamente questa è la stagione fondamentale per recuperare un ruolo del giornalismo perché bisogna tornare ai fondamentali della professione, alla verifica delle fonti. Ricordare che il mestiere di giornalista non ha finalità commerciali ma sociali. Ci si tutela costruendo l’algoritmo della credibilità”.
Per Enrico Mentana, direttore TG La7, “l’informazione deve abituarsi a tenere le spalle larghe e sapersi tutelare. Dobbiamo ribellarci. Contro le bufale serve una battaglia culturale, bisogna riaffermare le ragioni di una corretta informazione rispetto a coloro che avvelenano scientemente i pozzi”.
Secondo Mentana, “la questione di fondo è che il sapere è stato sempre di più sostituito dai clic. Tutti si trovano ad avere voce in capitolo manon tutti hanno gli strumenti per farlo”. E di fronte a questa situazione, secondo Mentana, “nessuno ha il coraggio di fare la battaglia culturale per contrastare le bufale. Se noi giornalisti stiamo sulla torre d’avorio non vediamo ciò che succede sotto e lasciamo campo libero a costoro”.
Obiettività e verità contro le fake news sono un tema che riguarda i giornalisti ma anche altri attori sociali, come ha osservato Alessandra Sardoni de La7: “Anche la scuola deve dare gli strumenti e le capacità critiche necessarie. Serve una competenza che si acquisisce anche con il tanto studio”. “Quando ho iniziato – ha concluso Marco Pratellesi rispondendo alla sollecitazione di Alessandra Comazzi di dare un consiglio a chi vuol diventare giornalista – avrei detto «preparati, studia, leggi tantissimo ed impara il mestiere dai più anziani», oggi dico «impara ad imparare». L’evoluzione delle tecnologie negli ultimi 20 anni è stata talmente rapida che o si riesce ad aggiornarsi ed imparare continuamente o si rimane tagliati fuori dal ciclo produttivo”. (agi)

 

 

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