BANGKOK (Thailandia) – L’esercito thailandese, che ha dichiarato la legge marziale, ha tolto, oggi, le antenne a dieci canali televisivi, accusati di “distorcere l’informazione” e “aggravare il conflitto”. Non solo: l’esercito ha anche ordinato la censura di tutti i media.
Tra le tv a cui è stata interdetta la trasmissione figurano il canale satellitare BlueSky, vicino all’opposizione, e le emittenti pro-governative AsiaUpdate e Udd.
Intanto, soldati e mezzi militari sono stati schierati in centro a Bangkok e alcuni manifestanti hanno affermato di essere stati circondati in un quartiere della capitale dai militari.
La legge marziale decretata dall’esercito thailandese dev’essere “temporanea” e non deve mettere a rischio la democrazia, avvertono gli Stati Uniti.
“Tutte le parti in campo devono rispettare i principi democratici e garantire la libertà d’espressione”, afferma la portavoce del dipartimento di Stato americano, Jen Psaki, esprimendo l’inquietudine di Washington per la crisi politica in Thailandia.
Anche il Giappone esprime una “grave preoccupazione” e auspica una soluzione pacifica ai disordini in Thailandia, dopo che l’esercito ha dichiarato la legge marziale.
“Sollecitiamo con forza le parti interessate a dare prova di moderazione e a non usare la violenza – ha detto il portavoce del governo, Yoshihide Suga -. Speriamo vivamente che la situazione venga affrontata in modo pacifico e democratico”.
In ogni caso, Tokyo prenderà tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi che vivono in Thailandia.
Dal canto loro, le forze armate thailandesi – per bocca di una tv da loro controllata – dicono di voler “restaurare la pace e l’ordine pubblico”, dopo i 28 morti e le centinaia di feriti degli ultimi scontri di piazza, e negano che l’iniziativa sia la premessa di un nuovo colpo di Stato.
Dall’esercito, che ha proclamato la legge marziale. E via le antenne a 10 Tv