ROMA – Quando il giornalista la cronaca non solo la fa, ma ci finisce dentro. Spesso, come in questo caso, in maniera drammatica e, grazie al Cielo, non tragica: Fabrizio Colarieti, giornalista professionista freelance, corrispondente dell’Ansa da Rieti, accorso ad Amatrice per raccontare il terremoto che, anche in queste ore, sta seminando morte e distruzione in tre regioni, Lazio, Marche ed Umbria, è “vivo per miracolo”. Semidistrutta, invece, la sua auto, una Nissan Qashqai, travolta dai massi su una strada a due chilometri da Amatrice, che il giornalista stava percorrendo nell’intenzione di raggiungere, ieri mattina intorno alle 5, la cittadina tra le più colpite dal sisma per raccogliere testimonianze dirette. Poi, la seconda terribile scossa e la montagna che viene giù. Sul cofano dell’auto.
“Questa è la mia macchina, sotto la frana, – scrive Colarieti sulla sua pagina Facebook – a tre chilometri da Amatrice. La polizia mi ha detto che sono vivo per miracolo. Quando lavori per l’Ansa capita anche questo”.
“È stato terribile. Era ancora buio, – ha raccontato, subito dopo l’incidente, il corrispondente dell’Ansa al Messaggero – dovevano essere le cinque meno un quarto. La carreggiata era già stata invasa da pietre e arbusti, e chi si trovava in zona procedeva a bassa velocità. La nuova scossa, quella delle 4 e 30 circa, ha fatto tremare la montagna, sulla mia destra, in un boato spaventoso. Dopo una curva, in leggera discesa, a neanche tre chilometri da Amatrice, mi sono trovato di fronte massi enormi e una pioggia di pietre e terriccio. L’auto ha avuto seri danni, si sono bucate le gomme e ho dovuto proseguire a piedi. Ora sto aspettando il carroattrezzi”. (giornalistitalia.it)