BOLOGNA – Incrociano le braccia i lavoratori di GTV – Telesanterno e Publivideo 2 per l’intera giornata di oggi, mercoledì 21 marzo, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi e altre gravi criticità. A darne notizia è l’Associazione della Stampa dell’Emilia Romagna (Aser) insieme alle rappresentanze sindacali di Slc Cgil – Filcams Cgil.
«I lavoratori di GTV – Telesanterno e Publivideo2 – spiegano l’Assostampa e gli altri sindacati – riuniti in assemblea unitaria lo scorso 21 febbraio, preso atto della permanenza della drammatica situazione dei pagamenti degli stipendi ancora in arretrato di numerose mensilità (quasi un anno) e dei mancati rimborsi Irpef, nonché constatata la mancata risoluzione di nodi fondamentali quali la grave carenza di personale nei settori strategici del gruppo editoriale e l’assenza di una prospettiva di rilancio credibile per il futuro delle società, confermano all’unanimità lo stato di agitazione con blocco dello straordinario e di eventuali prestazioni accessorie e quindi proclamano, d’intesa con le organizzazioni sindacali territoriali, una giornata di sciopero per l’intero turno di lavoro in data 21 marzo 2018, nell’ambito del pacchetto di 80 ore di sciopero approvato lo scorso 8 gennaio, per permettere il presidio, che si terrà davanti ai palazzi della Regione Emilia-Romagna, a cui parteciperanno per le stesse ragioni anche i lavoratori di Telestense, emittente ferrarese del Gruppo e dove si svolgerà l’incontro con l’Assessorato alle Attività Produttive».
I lavoratori di Telesanterno e Publivideo 2, inoltre, «diffidano l’azienda e le aziende del gruppo, così anche come previsto dalla sentenza del Tribunale di Cassino 25 maggio 2000, per cui integra gli estremi della condotta antisindacale la decisione di una società datrice di lavoro di sostituire i lavoratori in sciopero con altri lavoratori dipendenti da una società ad essa collegata, dall’operare sostituzioni di lavoratori in sciopero con altro personale, come avvenuto in occasione dell’ultimo sciopero. Per questo – concludono Aser e sindacati – si riservano ogni iniziativa a tutela del diritto di sciopero. (giornalistitalia.it)
I lavoratori in presidio davanti alla sede della Regione Emilia Romagna