AVELLINO – Scoppia la polemica, in Campania, dopo la chiusura della redazione di Avellino dell’emittente televisiva Telenostra. Ordine dei giornalisti, Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e consiglieri nazionali Fnsi bacchettano l’editore Pasquale Piccirillo, che contrattacca prendendosela con il Corecom ed i giornalisti che, a suo dire, “al mattino lavorano nelle emittenti o nei quotidiani” e “nel pomeriggio come addetto stampa di questo o quel politico”. Denunce, quelle dell’editore di Telenostra, che non possono certo passare inosservate e impongono un’immediata risposta del’Ordine e del Sindacato dei giornalisti campani.
L’editore Piccirillo, ricordano Odg, Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e consiglieri nazionali Fnsi, ha chiuso Telenostra, la tv irpina del gruppo Lunaset. I dipendenti sono stati trasferiti presso le altre sedi dell’emittente a Napoli e Caserta. Lascia il gruppo, invece, il direttore della sede di Avellino, Pierluigi Melillo.
“La chiusura di un’emittente con trentatre anni di storia – affermano Odg e Sugc – tra le prime a dare voce al territorio irpino, fondata nel 1982 da Pasquale Grasso, giornalista che ha allevato schiere di giovani giornalisti, lascia un vuoto preoccupante”. Gli istituti di categoria dei giornalisti “censurano ed esprimono grande preoccupazione per la decisione dell’editore che priva la provincia di un importante riferimento per l’informazione e la libertà”.
“L’Irpinia – affermano Assostampa e Ordine – sarà meno rappresentata con la chiusura di una voce rilevante. Il richiamo è all’editore affinché ritorni rapidamente sulla sua decisione. Sindacato e Ordine sono vicini ai colleghi e vigileranno perché siano rispettate da Lunaset le prerogative dei giornalisti e dei tecnici”.
Immediata la replica dell’editore, Pasquale Piccirillo, secondo il quale “il Tg di Telenostra non subirà alcuna interruzione e continuerà ad andare in onda regolarmente ogni giorno alle 14”. Rivolgendosi al presidente dell’Odg campano, Ottavio Lucarelli, l’editore di Telenostra denuncia che “da due anni il Corecom Campania non pubblica la graduatoria relativa ai contributi a favore delle emittenti locali” e chiede “cosa pensa e come giudica i giornalisti che al mattino lavorano nelle emittenti o nei quotidiani, all’ombra di quella famosa libertà di informazione di cui sopra e talvolta solo apparentemente super partes e nel pomeriggio-sera si adoperano per conquistare il secondo stipendio come addetto stampa di questo o quel politico”.
Piccirillo chiede anche a Lucarelli “cosa pensa e come giudica i giornalisti che, sempre in nome di quella imparzialità obbligatoria e di quella dedizione dichiarata con voce stentorea, scelgono opportunamente di seguire con foga e grande professionalità, le partite della squadra del cuore, elaborando con la complicità del medico di fiducia, un fantasioso certificato medico, quando dovrebbero seguire le altre squadre”.
Il sindaco di Avellino, Paolo Foti, dal canto suo, esprimendo solidarietà e vicinanza al direttore Pierluigi Melillo e all’intera redazione, ritiene che la chiusura di Telenostra rappresenti “una brutta pagina per l’intero territorio provinciale, che perde così una delle prime televisioni che hanno fatto la storia dell’informazione in Irpinia e che negli anni ha contribuito ad informare l’opinione pubblica sui fatti e sugli accadimenti del nostro territorio”.
L’editore se la prende col Corecom ed i giornalisti che fanno da portavoce ai politici