MILANO – “No al licenziamento di 54 lavoratori dei 128 dipendenti di Telelombardia”: questo il grido di lotta al centro del presidio in programma domani, lunedì 30 giugno, a mezzogiorno davanti agli uffici della Regione Lombardia, al numero 24 di via Taramelli.
L’emittente televisiva regionale del gruppo Mediapason ha, infatti, comunicato di non essere in grado, “a causa dell’organizzazione del lavoro in essere”, di sottoscrivere un accordo di solidarietà in alternativa alla procedura di licenziamento collettivo.
Fistel Cisl Milano Metropoli ricorda, infatti, che le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil hanno più volte chiesto di utilizzare lo strumento della solidarietà per la salvaguardia del perimetro occupazionale, ma l’azienda risponde picche scegliendo la strada dei licenziamenti. Tutto ciò “nonostante le dichiarazioni fatte in sede istituzionale in cui Telelombardia aveva dichiarato la propria disponibilità a prendere in considerazione il contratto di solidarietà in alternativa alla procedura di licenziamento collettivo”.
Denunciando che “su questo tema non c’è mai stato un vero confronto di merito, confronto, che rientra nelle normali relazioni sindacali”, le organizzazioni sindacali scendono in piazza domani, al fianco dei lavoratori, ritenendo “inaccettabile la decisione di procedere al licenziamento di 54 lavoratori che si troverebbero senza protezione sociale”.
A Telelombardia, quindi, l’appello a “rivedere questa posizione al fine di salvaguardare l’occupazione e le professionalità delle persone che hanno permesso la crescita di Telelombardia. L’azienda – sottolinea la Fistel Cisl – si assuma le proprie responsabilità davanti ai lavoratori e alle istituzioni. La salvaguardia dei posti di lavoro viene prima di tutto! Ribadiamo la necessità di procedere con gli strumenti di tutela. La crisi dell’emittenza privata in alcuni casi è diventata l’alibi per tagliare i «rami deboli» e meno tutelati”.
Replicando ai sindacati confederali, il direttore del gruppo Mediapason, Fabio Ravezzani, sostiene che “dovrebbe arrivare la proroga della cassa integrazione in deroga, attiva da un paio d’anni, fino al 31 agosto”. Rispetto ai contratti di solidarietà, Ravezzani, sostiene, invece, che “da un anno diciamo ai sindacati che non si possono adottare in un’emittente televisiva come la nostra, perché l’evoluzione tecnologica ha fatto sì che certi reparti, come quello tecnico, siano sempre meno fondamentali rispetto ad altri, per esempio quello giornalistico”.