PARMA – “A due mesi dall’incontro con i rappresentanti dei soci di maggioranza della società Telemec srl (Teleducato) e con l’amministratore unico e nonostante i ripetuti solleciti scritti e i tentativi telefonici per avere un incontro, nulla è ancora dato sapere rispetto alle prospettive della società e dei suoi dipendenti”. Lo denunciano le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Rsu, secondo le quali “l’unica cosa certa è che soci e amministratore unico hanno disatteso l’impegno assunto di addivenire ad un accordo che prevedesse l’impegno a tutelare gli attuali posti di lavoro in caso di cessione dell’attività televisiva e/o dei canali”.
L’editore aveva annunciato l’interruzione delle trasmissioni dal 1° gennaio, ma da allora nessuna comunicazione è stata fatta a tecnici e giornalisti. Pertanto, le organizzazioni sindacali ritengono inevitabile la ripresa della mobilitazione a partire dallo sciopero per le intere giornate di martedì 5 e giovedì 7 gennaio.
I sindacati aggiungono che, “a fronte delle prime cessazioni dei rapporti di lavoro, è mancato un qualsiasi tipo di comunicazione da parte dell’azienda su come tentare di organizzare l’attività di produzione televisiva al punto che, ad oggi, è impossibile garantire le produzioni stesse così come fatto negli ultimi mesi. E lo stato di confusione organizzativa e gestionale e l’assoluto disinteresse per le condizioni di lavoro dei dipendenti è testimoniato anche dalla pessima situazione igienico – sanitaria dei locali dell’azienda”.
Infine, ancora nessuna certezza sui termini di pagamento delle retribuzioni del mese di dicembre e tredicesima mensilità. “I lavoratori hanno già ampiamente dimostrato la propria disponibilità e spirito di sacrificio – precisa Davide Fellini, segretario generale della Slc-Cgil di Parma -, prima per tentare di salvare l’attività e poi per garantire la continuazione della stessa in attesa di una possibile cessione che garantisca loro una prospettiva occupazionale, ma alle rassicurazioni verbali non sono seguiti i fatti. Inoltre, sarebbero inaccettabili e gravissime, se confermate, le intimidazioni nei confronti dei lavoratori che legittimamente hanno impugnato i licenziamenti”.
L’editore aveva annunciato l’interruzione delle trasmissioni dal 1° gennaio, ora tace