Dopo le proteste, licenziamenti boccati a Le Matin. Domani incontro a Losanna

Tamedia, 40 lavoratori con il fiato sospeso

La manifestazione dei collaboratori di Tamedia, mercoledì scorso a Losanna (Foto Keystone)

LOSANNA (Svizzera) – Sospeso lo sciopero nelle redazioni dei quotidiani svizzeri La Tribune de Genève, 24 Heures, Le Matin, Le Matin Dimanche e 20 minutes contro l’annuncio della soppressione della versione cartacea di Le Matin, nonché i licenziamenti notificati dall’editore Tamedia. Le parti hanno accettato la mediazione dei cantoni di Ginevra e Vaud che hanno ottenuto la sospensione, con effetto immediato, di licenziamenti e scioperi in attesa del confronto, fissato per domani, lunedì 9 luglio, che sarà guidato dal presidente del Governo vodese Nuria Gorrite e dal consigliere di Stato Philippe Leuba, responsabile per l’economia.

La sede di Tamedia a Losanna

Editore e sindacati hanno, infatti, accettato la proposta di “sospendere con effetto immediato e per l’intera durata della mediazione qualsiasi misura o notifica incompatibile con il processo avviato, quali licenziamenti o scioperi”. Pertanto, “i termini dei licenziamenti notificati finora sono sospesi”.
In una nota congiunta, i due governi lemanici auspicano di ottenere “un risultato accettabile per entrambi le parti, nell’interesse condiviso di preservare la diversità della stampa”.
La protesta è scoppiata dopo l’annuncio della soppressione della versione cartacea del quotidiano Le Matin e l’annuncio dei licenziamenti “mentre i partner erano impegnati in una procedura davanti all’ufficio vodese di conciliazione e di arbitraggio in materia di conflitti collettivi di lavoro”. L’editore Tamedia aveva, infatti, rifiutato le proposte finalizzate a scongiurare la chiusura della versione cartacea di Le Matin, fissata per il 21 luglio, che  prevede il licenziamento di 36 dipendenti, dei quali 22 della redazione, e la trasformazione di quattro contratti di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.

La manifestazione dei giornalisti per le strade di Losanna

Lo sciopero dei lavoratori di Tamedia ha ricevuto la solidarietà dei colleghi delle redazioni svizzero-tedesche che hanno espresso “preoccupazione per il processo in corso di concentrazione dei media e delusione nei confronti del datore di lavoro”.
Il sindacato Syndicom e l’associazione professionale dei giornalisti Impressum chiedono il ritiro dei licenziamenti ed a Losanna oltre 200 persone hanno partecipato ad una manifestazione a sostegno della protesta, denunciando le minacce di Tamedia di disdettare il contratto collettivo di lavoro e l’accordo interno. Il gruppo editoriale ha, infatti, rifiutato le tre alternative proposte dal personale per salvare il quotidiano, sostenendo che “tutte le soluzioni erano già state considerate, analizzate e poi abbandonate nel corso degli ultimi anni”, fino a giungere alla conclusione che “Le Matin sarà il primo quotidiano svizzero a concentrarsi esclusivamente sull’online”.
I collaboratori e i sindacati hanno concepito tre progetti distinti per salvaguardare Le Matin. Il piano è stato ideato nel corso della consultazione sul licenziamento collettivo previsto da Tamedia.

Giornalisti e collaboratori giovedì scorso davanti alla sede di Tamedia

La prima proposta, spiegano Impressum e Syndicom, suggerisce il mantenimento del giornale, ma con cambiamenti a livello di politica commerciale e di prezzi. Il secondo progetto ipotizza l’acquisizione del quotidiano da parte dei redattori e di altri investitori privati. Il terzo modello prevede, invece, il passaggio al digitale, ma il sito internet dovrebbe essere maggiormente sviluppato e dotato di mezzi più consistenti.
Il sindacato Syndicom, interpellato da Keystone-Ats in merito alla comunicazione di Tamedia, si è detto “non sorpreso per la poca sensibilità dimostrata nei confronti dei dipendenti”, mentre Impressum esprime delusione richiamando l’attenzione sul “problema giuridico” nato dalla “procedura di conciliazione che, finché è in corso, non può attuare misure coercitive e dunque dare corso ai licenziamenti”. (giornalistitalia.it)

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