NEW YORK (Usa) – Se il Dna è un ingrediente essenziale della vita, il giornalismo di qualità è l’ingrediente cruciale di una democrazia sana. Il giornalismo fornisce il collante della comprensione condivisa, che consolida una comunità, e la scintilla della scoperta che ispira il cambiamento. Le responsabilità principali del giornalismo sono universali.
Portare una testimonianza. Chiamare i potenti a rispondere. Contribuire a una società informata e impegnata, aiutando le persone a capire il mondo che cambia. Questo tipo di giornalismo richiede una quantità incredibile di risorse.
Noi del «New York Times» diamo ai cronisti settimane, mesi e a volte addirittura anni per scavare a fondo una singola storia, che sia l’inchiesta sugli abusi commessi da un potente di Hollywood o lo studio della vita di un operaio di fabbrica. Ogni anno mandiamo reporter sul terreno in più di 160 Paesi, dove spesso corrono gravi pericoli. Accompagniamo il loro lavoro con la profondità e lo spessore forniti dal duro lavoro di esperti e analisti, con avvocati che raccontano la legge, medici che spiegano la medicina, veterani che coprono le guerre.
Siamo pronti a spingerci fino a limiti impensabili pur di garantire indipendenza, correttezza e accuratezza: a volte, le decisioni più importanti che prendiamo sono decisioni su quello che NON pubblicheremo.
Il premio per questo faticoso impegno è l’impatto che ha. Nell’ultimo anno, i nostri reportage hanno portato dei colpevoli in prigione e hanno restituito la libertà agli innocenti; hanno svelato i comportamenti sbagliati di governi e società, e promosso riforme importanti in diversi Paesi, dal Messico all’Inghilterra. Il movimento globale #metoo è stato generato in parte dagli articoli apparsi nelle nostre pagine.
Esistono tante altre grandi testate altrettanto fedeli a questo tipi di giornalismo, e tra queste c’è «La Stampa». Ma si tratta di un lavoro faticoso, costoso e sempre più sotto attacco, proprio in un momento in cui il mondo ne ha più bisogno. Le forze politiche, culturali, tecnologiche e ambientali che stanno trasformando il mondo in cui viviamo necessitano di un attento scrutinio. Nello stesso tempo però vediamo sbriciolarsi il modello di business del giornalismo. La fiducia verso i media scende sotto i colpi di attacchi di ispirazione politica. La diffusione del clickbaiting, del pettegolezzo e della propaganda alimenta la confusione e la polarizzazione.
I giornalisti vengono imprigionati e uccisi perché fanno il loro lavoro, e rivelano verità scomode. Si tratta di tendenze pericolose e preoccupanti, che portano una minaccia profonda per la società. È compito di tutti noi garantire che il giornalismo di qualità non solo sopravviva, ma continui a prosperare. Chiunque creda nel potere e nell’importanza del giornalismo può svolgere un ruolo nell’aiutare la stampa libera.
Basterebbe anche un impegno semplice come quello di investire del tempo per essere più informati: abbonarsi a un giornale, o anche solo spiegare ai vostri vicini perché il giornalismo è importante. I giornalisti migliori combattono per rendere il mondo più trasparente, più informato, più giusto. Ma il loro successo, e il loro ruolo nel sostenere la democrazia, dipende da voi. (la stampa)
Arthur Gregg Sulzberger
Editore del New York Times
(Traduzione di Anna Zafesova)