ROMA – L’avevamo pronosticato, anzi scritto: il meraviglioso pellegrinaggio da Canterbury a Roma, percorrendo la via Francigena sulle orme del vescovo Sigerico, di cui sono stati protagonisti Lorenzo Del Boca, giornalista e storico, tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti dopo esserlo stato della Fnsi, e il suo infaticabile compagno di viaggio, Angelo Moia, dirigente di industria, è diventato un libro.
Oggi come allora milioni di passi, uno dopo l’altro, per oltre duemila chilometri, quattro Paesi diversi e altrettante frontiere superate. Oggi come allora il cammino lungo la storia millenaria dell’Europa messo nero su bianco, cosicché anche chi con ha buone gambe o il medesimo coraggio dei nostri possa godere di questa straordinaria avventura.
È appena uscito, per i tipi di Utet, “Sulla via Francigena”, libro che porta la firma di Lorenzo Del Boca e Angelo Moia, i quali, attraverso un personalissimo racconto a quattro mani, restituiscono tutte le variegate emozioni di un viaggio straordinario, volendone condividere con il lettore il senso più profondo.
Attenzione, però: con tutto il rispetto per Sigerico, stavolta non siamo di fronte ad uno scontato diario di viaggio, perché – c’era da aspettarselo da “uno” che si può permettere il lusso di raccontarti la Storia come se stesse facendo quattro chiacchiere al bar – Lorenzo Del Boca e, attraverso la sua penna, Angelo Moia ci hanno messo del loro.
“Il libro si compone di 18 capitoli, – ci spiega Del Boca – nove a mia firma e nove a firma di Angelo. Io mi tuffo nella storia e immagino di accompagnare Sigerico che, nel 990, attraversa l’Europa conosciuta per recarsi a Roma e ritirare il Pallio che sancisce la sua autorità vescovile. Uso il passato remoto per dare il senso della storia e descrivo la Canterbury dell’anno (quasi) mille… La strada che cerca di aprirsi fra le selve popolate di lupi e di orsi… I conventi che davano ospitalità ai pellegrini, ai viandanti, ai bisognosi e ai malati realizzando il welfare d’antàn. Ma i priori – rammenta lo storico, che prevarica il giornalista – erano anche protagonisti delle lotte per le investiture. I conventi erano diventati dei veri e propri potentati. Poi le guerre di religione attuate dai pauperismi… Catari, valdesi, dolciniani che predicavano la necessità di una chiesa povera, come Cristo predicava, e che si sono trovati oggetto delle prime crociate. Infine i soldati, antesignani dei crociati che percorrono quelle strade per arrivare in Terra Santa”.
Un balzo in avanti ed ecco la via Francigena oggi, raccontata da un pellegrino moderno: “Angelo sta nel presente e, infatti, – sottolinea Del Boca – usa il presente per dare il senso dell’imemdiatezza. La Canterbury che lui descrive è di mille anni posteriore alla mia anche se si capisce che ci tiene alla sua storia e che ha una storia robusta alle spalle. La Francigena di oggi non si fa largo fra i boschi, ma sta a cavallo fra l’asfalto dell’autostrada e della superstrada. Sconta gli scarichi delle auto, il rombare dei Tir, qualche volta l’incertezza sul cammino da seguire”.
Va da sé che “gli incontri di Angelo sono ‘moderni’: la donna che ci dà due euro per accendere una candela in San Pietro o l’incredula che non poteva accettare l’idea di due che consumavano le scarpe da Canterbury a Roma. L’ospitalità del prete che non aveva la doccia (e ci costringe a lavarci con il tubo per innaffiare il giardino…in giardino) e l’affetto di tanti amici della Francigena che mettono a disposizione case e tavola per i pellegrini”.
Il risultato di questa fatica letteraria – figlia di quella fisica, ben più impegnativa, – è una guida atipica del cammino a piedi lungo la via Francigena, che da più di dieci secoli attraversa il cuore dell’Europa e le cui origini affondano nell’Alto Medioevo.
“Percorrere la Francigena oggi – ribadisce, appunto, Del Boca – significa innanzitutto misurarsi con la storia millenaria dell’Europa: non solo quella dei molti pellegrini medievali, le cui tracce restano e resistono nei monasteri disseminati lungo il tragitto, ma anche quella dei crociati partiti per la Terra Santa, dei primi abitanti dei comuni e delle città rinascimentali, dei soldati caduti durante le campagne napoleoniche o nel corso delle due guerre mondiali”.
D’accordo il fascino della storia, ma “seguire le orme del cammino di Sigerico è anche una sfida personale, – ammette il tre volte presidente dell’Ordine dei giornalisti – sia con il proprio corpo, giorno dopo giorno sempre più provato dalla fatica della marcia, sia con il mondo esterno, fra camion che sbuffano, direzioni sbagliate, alloggi di fortuna e autostrade che impediscono il passaggio. È, inoltre, il piacere di scoprire a ogni tappa dell’itinerario la ricchezza delle molte persone incontrate, un’umanità non facilmente classificabile entro gli schemi della vita di città: un’anziana signora francese che non si capacita dell’impresa di camminare fino a Roma, un simpatico ‘ladro di legna’, due zelanti carabinieri, un goffo pretino-giardiniere, una provvidenziale riflessologa”.
Storia e storie, facce, vite incrociate anche solo per qualche minuto, altre culture, altre mentalità, altri paesi. E, alla fine, “Roma – dice Del Boca, ricordando la stanchezza felice dell’arrivo, – dove Carlo Parisi ci aspetta. Ha seguito il nostro viaggio sul suo giornale on line, ci viene incontro, cammina con noi per gli ultimi tre chilometri come solo un vero amico può fare”.
L’arrivo a Roma nella videointervista di Giornalisti Italia: https://www.giornalistitalia.it/via-francigena/
Una recensione straordinariamente efficace…mi vien voglia di cercare il libro per leggerlo…