TEL AVIV (Israele) – L’esecutivo di Hamas ha cercato, oggi, di dissipare i timori diffusisi nella stampa estera attiva in Israele e nei Territori dopo che decine di giornalisti hanno ricevuto via cellulare messaggi minatori che, almeno in apparenza, sembravano inviati dal “braccio armato” della fazione islamica palestinese al potere nella Striscia di Gaza: le Brigate Ezzedin al-Qassam.
A nome del “governo” di Ismail Haniyeh, la portavoce Israa al-Mudallal ha assicurato all’Ansa che anche in futuro Hamas garantirà la protezione dei giornalisti in visita nella Striscia. Essi, ha aggiunto, riceveranno tutti i permessi necessari e saranno liberi di svolgere il proprio lavoro.
L’allarme, tuttavia, resta. A innescarlo sono stati messaggi, in inglese ed in ebraico, inoltrati sabato mentre Hamas si apprestava a ricordare solennemente il decimo anniversario della uccisione da parte di Israele del suo fondatore, lo sceicco Ahmed Yassin. Alcuni giornalisti hanno ricevuto sms dai toni agghiaccianti: “Kill you”, ti uccidiamo. Altri hanno appreso di essere stati scelti dalle Brigate al-Qassam come “il prossimo Shalit”: un riferimento al caporale israeliano Ghilad Shalit, tenuto in ostaggio per anni da Hamas a Gaza. “Stai pronto”, si leggeva ancora in questo messaggio.
Nelle stesse ore messaggi analoghi sono stati inoltrati da Gaza anche a giornalisti e a funzionari israeliani. Uno di questi avvertiva: “Sionisti attenti, i missili di al-Qassam vi aspettano. Se tenete alla vita, uscite dalla nostra terra”. Nel conflitto israelo-palestinese questo episodio non rappresenta peraltro una novità. Proprio Israele, in diverse occasioni in passato, ha mandato messaggi telefonici agli abitanti di Gaza. Ancora di recente aveva intimato loro di fornire informazioni sulla ubicazione di tunnel che Hamas potrebbe aver scavato a ridosso del territorio israeliano, per compiere infiltrazioni.
Intanto nella sede della Associazione della stampa estera attiva in Israele e nei Territori (Fba) si afferma che, complessivamente, oltre 60 reporter hanno ricevuto messaggi di intimidazione, in apparenza dal “braccio armato” di Hamas. La maggioranza sono cittadini di Paesi stranieri, altri ancora sono israeliani che lavorano per mezzi di comunicazione internazionali.
L’esame della loro identità fa pensare che i nomi siano stati scelti con metodo, per ragioni ancora ignote. Di conseguenza la Fpa ha ieri pubblicato un comunicato di protesta. “Tutto ciò – ha scritto – è inaccettabile. I giornalisti non sono parte del conflitto in Medio Oriente. Sono osservatori, vanno trattati come tali”.
L’Fpa ha, dunque, chiesto all’esecutivo di Hamas di adottare misure affinché episodi del genere non si ripetano. Ma questo appello è rimasto senza risposta: il governo Haniyeh – è stata oggi l’unica reazione formale da Gaza – si ritiene estraneo alla vicenda. (Ansa).
Hamas nega all’Ansa un proprio coinvolgimento, ma è allarme per la stampa estera