ROMA – Non si spegne il mito di Steve Jobs a sei anni esatti dalla morte. Andrà all’asta – l’apertura è prevista per il 20 ottobre – una rivista autografata dal co-fondatore di Apple che si stima possa arrivare a 10mila dollari. È il numero di Newsweek del 24 ottobre del 1988, con un giovane Steve Jobs in copertina e il titolo Mr. Chips. La firma è accompagnata dalla frase “I love manufactoring” (“Mi piace fare cose…”) e c’è anche l’autenticazione della Beckett Authentication Services.
All’epoca il guru della Mela aveva abbandonato la società e aveva fondato la NeXT Computer. Nel corso del tempo sono finiti all’incanto una serie di oggetti appartenuti a Jobs, dai documenti di fondazione della Apple nata insieme all’amico Steve Wozniak il 1 aprile 1976, fino al dolcevita nero, che insieme ai jeans era la sua divisa. Steve Jobs è morto il 5 ottobre 2011 dopo una lunga malattia.
“Oggi ricordiamo Steve. Ancora con noi, ancora fonte di ispirazione”, scrive Tim Cook su Twitter che ricorda la frase di Jobs “fate qualcosa di meraviglioso e mettetelo lì fuori”.
L’iconico imprenditore della Silicon Valley è stato menzionato poche settimane fa nel corso dell’evento di lancio del nuovo iPhone X (pronunciato “Ten”) per celebrare i dieci anni dalla presentazione del primo iPhone, il 9 gennaio 2007, che ha cambiato la storia della telefonia.
Al visionario e carismatico co-fondatore della Mela è stato dedicato un teatro nel nuovo quartier generale di Cupertino, ultimo atto della carriera di Jobs. Fu, infatti, lui stesso a presentare il progetto del Campus all’amministrazione comunale della città nel giugno 2011, quattro mesi prima di morire.
Resta e, c’è da scommetterlo, resterà celebre il discorso di Steve Jobs alla Stanford University nel 2005, in cui esortò gli studenti ad essere “affamati e folli”: “Stay hungry, stay foolish”.
È il numero del 24 ottobre 1988 che si stima possa essere battuto a 10mila dollari