GENOVA – Stefano Origone, il giornalista del quotidiano la Repubblica rimasto ferito durante una carica della polizia due giorni fa in piazza Corvetto, durante un comizio di Casapound, ha lasciato l’ospedale Galliera di Genova.
Il cronista è stato operato ieri ad una mano per una frattura scomposta alle dita, colpito mentre era a terra dalle manganellate. A salvarlo è stato un agente di polizia, che lo ha riconosciuto e lo ha soccorso, portandolo a braccia fuori dal perimetro degli scontri.
Il procuratore capo Francesco Cozzi e l’aggiunto Francesco Pinto sono andati a trovare in visita privata Origone che, nei prossimi giorni, sarà sentito dagli uomini della Squadra Mobile che stanno seguendo l’indagine.
«Ho sentito urlare “sono un giornalista” e siccome avevo visto Stefano Origone qualche secondo prima, ho ricollegato l’urlo a lui e mi sono catapultato per allontanare gli agenti», racconta all’Ansa Giampiero Bove, il funzionario di polizia ha salvato il giornalista dagli agenti che lo picchiavano.
«Ho abbracciato Origone – spiega Bove – gli ho detto chi ero, l’ho tranquillizzato. Lui mi ha riconosciuto, ha mostrato la mano dove era stato colpito. L’ho portato al sicuro perché dall’alto, nel frattempo, arrivavano pietre. Vedendo che la situazione era critica ho detto al mio autista di allontanarlo in via Assarotti».
Il dirigente è stato sentito in Procura. «Sicuramente si capirà quanto successo. Al di là delle immagini, i colleghi non sono così folli. È stato sicuramente un momento brutto, la magistratura chiarirà, ma i colpi non erano dati per uccidere». (ansa)
Sentito in Procura il poliziotto che l’ha salvato dalle manganellate dei colleghi