ROMA – Perchè la stampa viene tenuta ai margini della politica? La domanda rimbalza da giorni fra Parlamento e Villa Doria Pamphili, dove sono in corso gli Stati Generali convocati dal Governo. Tanto alla Camera quanto alla sede di rappresentanza di Villa Pamphili i giornalisti non sono infatti ammessi, tranne che per le conferenze stampa. Con l’unica eccezione, ma solo per il Parlamento, per gli iscritti all’Associazione Stampa parlamentare. Mentre tutti gli altri giornalisti parlamentari accreditati di volta in volta dalle rispettive testate, da tre mesi non possono accedere a Montecitorio a causa dell’emergenza del coronavirus, che ha imposto delimitazioni di spazi e ambienti.
Sulle difficoltà riscontrate dai cronisti politici è intervenuto l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. «Non si comprendono le diverse velocità del ritorno alla normalità», afferma in una dichiarazione ad Italpress il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna, che aggiunge: «Nessuno di noi immagina di interferire coi protocolli sanitari frutto di decisioni politiche complesse sentite le valutazioni degli esperti tecnico scientifici, ma occorre coerenza fra le misure prese. Nei giorni di riapertura di cinema e teatri, proprio non si rinviene quale sia il criterio per il quale ancora in varie situazioni ci sono limitazioni per la stampa, come nel caso dell’accesso dei giornalisti alla Camera».
«Provvedimento che persiste nonostante le novità in vigore da oggi e che dal punto di vista del rischio oscuramento della democrazia fa il paio con la questione dell’esclusione dei colleghi dagli Stati Generali a Villa Pamphili. Attendiamo risposte prima di valutare iniziative a tutela dell’art.21 della Costituzione», aggiunge.
La risposta non si è fatta attendere. «Sugli accrediti giornalieri – fanno sapere fonti ufficiali di Montecitorio contattate da Italpress – si sta lavorando con interlocuzioni per risolvere la questione in tempi brevi».
È quanto auspica anche Michele Anzaldi, esponente di Italia Viva e segretario della commissione di vigilanza Rai, secondo il quale «è quantomeno singolare, oltre che preoccupante, che in un momento tanto delicato per il Paese, la Camera dei deputati sia sostanzialmente chiusa ai giornalisti: con nuove disposizioni spazi per cronisti drasticamente ridotti. Il presidente Fico valuti in che modo ristabilire il massimo di trasparenza dei lavori parlamentari alla luce delle difficoltà riscontrate dalla stampa». (Gianfranco D’Anna – italpress)
Verna: “Accesso vietato alla Camera e a Villa Pamphili, limitazioni solo per la stampa?”